don Giancarlo si racconta

Il desiderio ancora vivo di essere semplicemente un buon sacerdote

Don Giancarlo con Giuseppe Sarnataro e Vincenzo Guadagno

Giancarlo Petrella nasce ad Acerra il 20 settembre del 1942.
Viene ordinato sacerdote il 14 luglio 1968.
Il 21 marzo del 1971 c’è la sua immissione in possesso della neonata comunità
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori di Acerra, di cui ancora oggi è parroco.

Don Giancarlo Petrella, nel 2022 compie 80 anni, è parroco della comunità sant’Alfonso Maria de’ Liguori di Acerra da più di mezzo secolo, la stessa età della parrocchia.
Lo incontriamo in due sabati consecutivi nel suo ufficio parrocchiale, dove ci apre il suo cuore con coraggio e si racconta: gli anni di seminario, le paure e le fragilità, i sogni nel cassetto, le difficoltà della situazione politica ed ecclesiale (’68 e “dopo concilio”), le relazioni con i confratelli.
Occhi lucidi e voce emozionata, un uomo parla a tre giovani avviati sul cammino di sequela Christi, un testimone, come un nonno si racconta ai suoi nipoti.
«Da ragazzo ero piuttosto timido e riservato», esordisce. Tratti che conserva ancora oggi. Nel corso della sua vita si è scontrato più volte con la sua umanità superandone i limiti. Gli anni di formazione presso il seminario di Benevento lo coinvolgono «in situazioni che minimamente pensavo»: il confronto spontaneo con gli altri, la nomina a capo della parrocchia di cui ancora oggi è parroco e della quale non esisteva neanche il fabbricato, la politica di quel tempo e le rivolte per l’accreditamento delle case popolari nel quartiere Gescal alla periferia di Acerra, per cui il numero degli abitanti della parrocchia triplica in poco tempo con persone che non sono neanche del posto: il giovane prete e parroco spende tutto sé stesso per trovare il modo di avvicinarle e per conoscerle.
La «fraternità sacerdotale» è come un sentirsi parte di una grande famiglia, fondamentale nel cammino. «Lui era la mente, con le sue belle idee per coinvolgere i giovani, gli studenti, la gente; io fungevo da braccio operativo, per il mio essere più posato», afferma don Giancarlo ricordando i primi anni di ministero insieme a Carlo Petrella, responsabile della Locanda del Gigante. Nel cuore il «vivo desiderio di rinnovamento della Chiesa» alla luce del Concilio Vaticano II. Con l’unico e fondamentale scopo di essere un «buon sacerdote».
Poi, parlando di monsignor Gennaro Pascarella, oggi vescovo di Pozzuoli e di Ischia, don Giancarlo confida: «Fin dal suo arrivo c’è stata sintonia, e dal 1985 sotto lo stesso tetto per circa vent’anni abbiamo condiviso tutto, dai momenti di preghiera all’attività pastorale, aiutandoci a vicenda».
Età e tanta esperienza di vita vissuta non risparmiano «delusioni» a monsignor Petrella, come la mancanza di giovani attivi e operosi, senza mai però oscurare la gioia della «dolce e rassicurante presenza del Signore» attraverso la comunità: «Veramente l’Amore di Dio è stato grande per me, l’ho sentito vicino tante volte. Sento ancora una volta dire sei tu l’unico mio bene».
Perciò, «scegliete sempre il Signore», è la preghiera con cui ci saluta don Giancarlo, non senza un augurio ai giovani di oggi: «Siate promotori di una realtà nuova, che sappia far tesoro degli sbagli del passato e realizzi nuove idee e speranze per l’umanità».

Vincenzo Guadagno
Luca Piscitelli
Giuseppe Sarnataro