La Chiesa fa la sua parte e «difende con i denti i ragazzi che vengono dai quartieri difficili» di Acerra, «per toglierli dalla strada dove si spaccia droga», addirittura «davanti alla Cattedrale».
Il vescovo Antonio Di Donna denuncia con forza il degrado del Centro storico di Acerra, e lo fa durante la manifestazione Facciamoci allenare da Gesù, giunta nel 2018 alla terza edizione.
Al suo fianco il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, al quale il presule chiede di fare «la sua parte», insieme alla famiglia, purtroppo grande e colpevole «assente» di questo nostro difficile tempo.
I ragazzi dell’Oratorio della Cattedrale di Acerra, per lo più dai quartieri difficili della città, seguiti ogni pomeriggio nei luoghi «dove vive il vescovo» dai volontari della Caritas con il doposcuola, corsi di giornalismo, informatica, corsi di musica – «ancora ci sono quelli che fanno qualcosa con gratuità», dice provocatoriamente il vescovo – aprono la serata con canti natalizi che emozionano il Teatro delle suore d’Ivrea stracolmo di giovani atleti accompagnati da genitori e allenatori. L’Ufficio dello sport diocesano, come ogni anno li premia rendendoli protagonisti della serata. Tra loro i ragazzi del Torneo Emmanuel che per un anno intero lo stesso Ufficio segue sui campi di calcio. Ci sono poi ragazzi delle scuole.
Ogni anno «desidero incontrare il mondo dello sport» esordisce monsignor Di Donna chiarendo che «Natale non è una favoletta» e la vita è una partita di pallone senza tempi supplementari con i nostri morti che fanno sugli spalti il tifo per noi che ancora combattiamo, tra loro «i ragazzi vostri coetanei che non ce l’hanno fatta» in particolare quelli morti per inquinamento. E «a Natale viene l’allenatore per eccellenza che ci aiuta a vincere la partita. Un allenatore un po’ esigente ma vincente». Perciò «dobbiamo fidarci di Lui» e sapere «per Chi facciamo festa».
Prima del vescovo parla suor Lucia Benedetta Rabbitto, alcantarina che a Castellammare di Stabia toglie i ragazzi difficili dalla strada con il calcio. Viene chiamata perciò la suora “mister”. Nell’oratorio al centro storico della città allena i giovani a diventare «campioni della vita». Ai grandi assiepati in sala la suora ricorda che «non è importante vincere» perché «vince chi ama».
Non a caso «lo sport, insieme alla musica, alla cultura e all’arte sono fondamentali per la promozione umana», chiude monsignor Di Donna.