Gesù risorto continua a mostrarsi agli apostoli ancora increduli, continua a mostrarsi a noi: «Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!».
Sì, è proprio Gesù che abbiamo accolto in mezzo a noi, il saluto iniziale lo ha evidenziato: «Il Signore sia [è] con voi»; è proprio lui che stando qui ci ha parlato nelle letture appena ascoltate: «Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche… È presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura» (SC 7).
Ogni domenica viviamo la stessa esperienza degli apostoli, incontriamo il Signore che porta la sua pace a ciascuno di noi presi dagli affanni della vita, dalle preoccupazioni per la salute in questo tempo di pandemia, dalla crisi del lavoro; viene per chi tra noi ha sperimentato la sua presenza e lo vuole raccontare agli altri; per coloro che «pieni di paura, credevano di vedere un fantasma», e per quelli che «per la gioia non credevano ancora» perché troppo bello per essere vero! Il Signore viene, ci invita a mangiare con lui, ci fa toccare con mano la concretezza della sua presenza: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli presentiamo il pane e il vino e lui ci nutre del suo Corpo e del suo Sangue. Che dono straordinario! Come gli apostoli, anche noi possiamo dire: «abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti» (At 10,41), cioè è stata ristabilita quella comunione piena tra noi e lui: abbiamo mangiato insieme! Ci siamo nutriti di lui pane vivo (cf Gv 6,51).
Come i discepoli, anche noi siamo inviati come testimoni di Gesù risorto: «Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti», ad essere testimoni della sua infinita misericordia; Gesù ha dato la sua vita, è venuto per salvare tutti: «È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo». Infatti, a coloro che per ignoranza e debolezza lo hanno ucciso, a noi peccatori, è annunciato il perdono dei peccati: «Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati».
«Figlioli miei, – dice Giovanni – vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto». Il Signore ci difende, intercede per noi, «fa vedere al Padre le sue piaghe – dice Papa Francesco –. E Gesù con le sue piaghe prega per noi. Come se dicesse: “Padre, questo è il prezzo! Aiutali, proteggili, sono i tuoi figli che io ho salvato”» (Omelia 3 giugno 2014).
Fortificati da questa esperienza dell’incontro con Gesù risorto, portiamo nella vita quotidiana i “segni” di questo incontro: la gioia che nulla e nessuno ci può togliere, l’amore gratuito, la misericordia per i peccatori, l’attenzione per il bene comune, per la custodia del creato, il coraggio di restare fermi nei valori umani e cristiani, la difesa della vita in ogni sua fase… Maria ci sostenga e ci aiuti ad essere testimoni credibili del Figlio suo risorto.
don Alfonso Lettieri