Scaltri nell’amore

18 settembre 2022 – XXV domenica del TO _ C

Non c’è più “religione”, adesso Gesù si mette a lodare i disonesti? Strano, è vero, però se Luca ha scritto questo passo nel suo Vangelo è perché contiene una buona notizia per noi, indicazioni necessarie per la nostra vita.

Il Signore non loda la disonestà di quest’uomo, ma la scaltrezza, la risolutezza nell’affrontare la situazione in cui si trova: «Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno». È interessante notare che quando è chiamato a rendere conto l’amministratore non cerca di discolparsi, non trova scuse, affronta in modo deciso la situazione, pensa al suo futuro, a come continuare a vivere: «So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua». Adesso usa le ricchezze per ciò che sono: uno strumento e non un fine (da accumulare per sé). Gesù sottolinea tutto questo e invita noi a fare altrettanto, a darci da fare per il bene e a non fermarci solo alla lamentala. In qualsiasi situazione stai, coraggio, rifletti su cosa puoi fare; se non vedi via di uscita cercala, aprila tu, sapendo che Dio è dalla tua parte, non ti lascia solo. Quest’uomo non protesta, non parla male, non si arrabbia col padrone, approfitta ancora della sua bontà, di un’altra occasione che questi gli offre, quella di “rendere conto”. E così facendo quest’uomo investe in amicizia, dimezza i debiti. Finalmente comprende che la vera ricchezza non è quella che riempie le tasche, ma quella che riempie il cuore e non ti lascia mai solo. Ha capito che chi trova un amico trova un tesoro (cf Sir 6,14). Prima era la ricchezza a farla da padrone, di questa era schiavo; adesso ha capito che non può seguire le regole della ricchezza perché queste ti isolano, non ti danno ciò che desideri veramente. E se il vero padrone è Dio, la sua ricchezza è la misericordia, quindi siamo invitati ad essere misericordiosi, a lasciare la logica del profitto e vivere quella dell’amore gratuito. Lo possiamo fare con tutti e con tutto, possiamo rimettere i debiti come lui fa con noi e custodire il creato come lui custodisce noi. Ecco, allora, l’invito di Gesù a farsi amici con la disonesta ricchezza, cioè con le cose che ci vengono “prestate” in questa vita e che portano veri frutti solo se condivise. Proprio perché nessuno può «servire Dio e la ricchezza»: Dio rende liberi, la ricchezza rende schiavi. Il denaro deve servire, non governare – ha detto il Papa (Discorso 17/11/2016).

Un giorno Francesco d’Assisi si sentì dire: «“Francesco, chi è meglio seguire, il servo o il Padrone?” Rispose: “Meglio il Padrone!”. “E allora perché dunque ti affanni a cercare il servo invece del Padrone?”». Dove stiamo investendo le nostre energie, chi stiamo seguendo? Cerchiamo l’inestimabile tesoro dell’amicizia di Dio? Al Padre sta tanto a cuore l’amicizia con ciascuno di noi, che per renderla salda ed eterna ci ha donato suo Figlio che «ha dato se stesso in riscatto per tutti».

Maria, la serva del Signore, ci aiuti ad essere scaltri nell’amore, ad avere tanti amici che ci accoglieranno nel regno dei cieli.

d. Alfonso Lettieri