Non si addormenta, non prende sonno il Signore

20 giugno 2021 – XII domenica del TO – B

Una barca, una tempesta, il pericolo di affondare, pescatori esperti che gridano dalla paura e Gesù che dorme beatamente su un cuscino inzuppato!

«Non t’importa che siamo perduti?». Chissà quante volte l’abbiamo detto anche noi: le onde dei problemi ti sbattono ovunque, l’acqua arriva alla gola, cerchi Dio e quando finalmente tra gli affanni riesci a intravederlo, lo trovi addormentato. “Siamo perduti, nemmeno Dio si interessa di noi!”.

Ma come fa Gesù a dormire nella tempesta con la barca piena d’acqua?

Marco dice che presero sulla barca Gesù «così com’era». Noi quale Gesù abbiamo preso nella nostra “barca”?

“Ma che ha fatto di male? Era una brava persona, non si meritava tutto questo. Una sola cosa ho chiesto e non l’ho avuta. Vado a Messa, prego tutti i giorni e ho comunque un sacco di problemi”. Da queste parole traspare il pensiero di un Dio che non ascolta, che non gl’importa di noi, non tiene conto dei nostri meriti. «Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male – ha detto Papa Francesco – è quando ci sentiamo dire: “Non t’importa di me?”. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù». Cosa risponderebbe una mamma al proprio figlio? “Non m’importa di te? Io ti ho tanto desiderato, ti ho portato nel grembo, sei parte di me, i miei occhi non si allontanano mai da te, il mio cuore batte per te!”. Come ha risposto Gesù? «Disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e ci fu grande bonaccia». Ha ascoltato il grido dei discepoli. «A nessuno più che a Lui importa di noi» (Papa Francesco). Infatti, «Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. Molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita» (Rm 5,5.10). Allora Gesù che dorme nella barca piena d’acqua ci richiama a non pretendere un dio secondo i nostri desideri e secondo le nostre paure, che ci prepara una vita senza tempeste, un cammino senza salite, pronto ad esaudire ogni richiesta (un dio “genio della lampada”), ma ad aver fede nel Dio Creatore e Signore del cielo e della terra, che ha detto al mare: «fin qui giungerai e non oltre», che «minacciò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”». Ci invita a confidare nel Dio che è salito nella nostra “barca” e non scenderà mai più: sta con noi ogni giorno (cf Mt 28,20), nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. E gl’importa così tanto di noi fino a prendere su di sé tutto ciò che noi viviamo: «si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori… è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità» (Is 53,4.5). Sì, Gesù tu t’interessi di noi e ti svegli «per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale» (Papa Francesco), la nostra carità.

Mi chiedo: il mio modo di vivere mostra un Dio addormentato o sveglio? Ho il coraggio di salire sulla “barca” di chi ha bisogno o sto lontano appena si agitano le onde?

Dice il salmista: «Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode. Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d’Israele» (Sal 121,3-4). Dio è sveglio e ci vuole cristiani svegli che, certi della sua presenza, affrontano con coraggio la vita e non la delegano a nessuno, nemmeno a Lui, ma con Lui la vivono fino in fondo. «Egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere» (Sal 103,14), sa che nelle tempeste la nostra fede vacilla perciò ci ha detto di chiedere: «non abbandonarci alla tentazione» (Mt 6,13) così mentre lo diciamo ci ricordiamo che Dio è Padre, non ci lascia soli e ha cura di noi (cf 1Pt 5,7).

Quale Dio vogliamo: il dio “della lampada” o il Dio di Gesù Cristo? Finché cercheremo il “dio della lampada”, saremo sempre insoddisfatti, lamentosi e paurosi. Solo il Dio di Gesù ci rende coraggiosi. Sì, non ci libera dalle tempeste, ma ci dona tutta la forza per affrontarle e ci fa gustare la vita fino in fondo nonostante le difficoltà che possiamo incontrare.

Maria che ha avuto una fede incrollabile, ci aiuti a credere che con Dio la nostra “barca” non affonderà mai.

don Alfonso Lettieri