Il nostro aiuto viene dal Signore

16 ottobre 2022 – XXIX domenica del TO _ C

Oggi Gesù ci invita a pregare incessantemente senza stancarci. Spesso uno dei motivi per non pregare è proprio la stanchezza e la stanchezza è data dal fatto che dopo un po’ che preghiamo chiedendo qualcosa, abbiamo la sensazione di non essere ascoltati, ci viene il dubbio di fare un monologo. Gesù dice che Dio “prontamente” ascolta, eppure non è l’esperienza che facciamo. Da quanto tempo, per esempio, stiamo pregando per la pace eppure la guerra incalza? Per la salute di una persona e la situazione peggiora? Per trovare un lavoro e non lo troviamo?

Pregare è fondamentalmente una questione di fede, non consiste “semplicemente” nell’essere esauditi, ma si basa sulla certezza di rivolgersi a un Padre che si prende cura dei suoi figli e dà loro tutto il necessario di cui hanno bisogno senza che questi lo chiedano. Ci ricorda Gesù che Dio sa di cosa abbiamo bisogno ancor prima che glielo chiediamo (cf Mt 6,8).

Pregare non è qualcosa di magico: ho bisogno di una cosa, la chiedo e la ricevo; ho un problema, prego e il problema sparisce. Ascoltando la prima lettura veniamo aiutati a comprendere il senso della preghiera. Mosè prega, i nemici vengono sconfitti, ma Giosuè ha dovuto combattere, ha rischiato la vita. Questo ci dice che la preghiera non ci toglie la fatica, è un aiuto necessario per affrontare la “battaglia” della vita, perché senza preghiera siamo più deboli: «Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk». Anche la preghiera di Gesù nel Getsemani sembra non essere stata esaudita; Gesù infatti muore in croce, sembra tutto finito, ma il terzo giorno risorge: il Padre ha ascoltato, ha dato la forza al Figlio per affrontare anche la morte, ma non lo ha abbandonato, dopo tre giorni l’ha risuscitato, ha esaudito la sua preghiera.

Non ci stanchiamo di pregare! Sì, non sappiamo quando e come Dio ci aiuterà, ma siamo certi che ascolta ed esaudisce, magari non come abbiamo pensato noi, ma sicuramente per il meglio per noi. A tal proposito il Catechismo ci pone una domanda: «Qual è, dunque, l’immagine di Dio che motiva la nostra preghiera: un mezzo di cui servirci oppure il Padre del Signore nostro Gesù Cristo?» (n. 2735). Rispondiamo a questa domanda, ne vale la qualità della nostra preghiera, della nostra fede.

Pregare incessantemente è necessario per comprendere che il nostro aiuto viene solo dal Signore, ci libera dai falsi profeti che promettono di risolvere i nostri problemi senza fatica. «Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d’Israele. Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra… Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita».

 

«Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Ascoltando queste parole possiamo farci prendere dal forte dubbio e di rispondere subito: “No, non la troverà”. Invece mi piace leggere questa domanda di Gesù come invito a vedere la fede presente in mezzo a noi e dentro noi. E la possiamo “vedere” proprio a partire dalla preghiera, dalle tante persone che senza stancarsi continuano a pregare e a confidare in Dio. Ognuno lo può fare a partire dalla propria esperienza, guardando la propria fede, ricordando in quali momenti lo ha particolarmente sostenuto. E ricordando anche le persone “di fede” che abbiamo incontrato. A volte queste persone quasi ci infastidiscono, perché vediamo la loro fede incrollabile e facciamo i conti con la nostra poca fede. Visitando le persone anziane e ammalate vedo la fede in tutte quelle che trascorrono le loro giornate a pregare per sé e per gli altri, quelle che da anni non possono scendere dal letto e non si scoraggiano, non protestano con Dio, ma chiedono a Lui aiuto e conforto, pregano per le persone che le assistono, desiderano confessarsi, ricevere la Comunione. Penso alle famiglie che non hanno lavoro e dignitosamente vanno avanti senza scoraggiarsi e senza lamentarsi, confidando nella provvidenza e dandosi da fare. Penso alle tante persone che ogni giorno si svegliano presto per poter partecipare alla Messa prima di andare al lavoro; alle tante persone che stanno bene, non manca loro nulla e non si stancano di pregare, di ringraziare il Signore riconoscendo che tutto è dono suo; penso a chi in luoghi difficili, ostili continua a fare il proprio dovere, a credere nel valore dell’onestà, della lealtà e della giustizia.

Sì, Gesù, tu lo sai, la fede la troverai perché è dono tuo e tu stesso hai detto che ne basta poca per fare cose impossibili (cf Lc 17,6). Aiutaci a tenerla viva ascoltando la tua parola; donaci la certezza di essere esauditi quando chiediamo e di sapere che la nostra lode è gradita a Dio.

don Alfonso Lettieri