Gioia piena alla tua presenza

06 novembre 2022 – XXXII domenica del TO_C

È difficile per l’uomo liberarsi dalla visione materialistica della vita; tutti ne facciamo esperienza. Chi non ha cercato di immaginarsi la vita dopo la morte, chi non si è chiesto come sarà il nostro corpo, se riconosceremo i nostri cari, cosa faremo? Questa vita, nonostante le difficoltà e i travagli, ci piace e speriamo in una stessa vita ma perfetta: perfetta nelle relazioni, nella salute, nella pienezza dei propri desideri, senza fatica, malattie e dolori. Allora come sarà? Chi ce lo può dire? I sadducei l’hanno chiesto a Gesù, ma per metterlo in ridicolo con la storiella della vedova sposa di sette fratelli; loro non credono nella risurrezione. E noi ci crediamo veramente?

I sette fratelli del libro dei Maccabei, siamo nel II sec. a. C., ci sperano fermamente, tanto che sono «pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri». Per loro è «preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati». Non hanno paura della morte perché sperano nella risurrezione. Per noi non è solo una speranza, ma una certezza, infatti siamo «convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù» (2Cor 4,14). Sul come sarà la risurrezione Gesù ci dice che non è un ricalco perfezionato della vita presente, risorgeremo a vita nuova, quindi sarà diversa dalla vita terrena – «non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio». Ovviamente non significa che ci sarà un appiattimento degli affetti: marito e moglie si riconosceranno, così madre e figli, gli amici, i colleghi…

Cosa faremo? L’abbiamo detto noi stessi nel Salmo: «Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto». Noi staremo davanti a Dio, gioia piena alla sua presenza, dolcezza senza fine alla sua destra (cf Sal 16,11). Saremo saziati da lui, non ci sarà bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio ci illuminerà (cf Ap 22,5), Quando stiamo con la persona amata ciò che faremo, come trascorreremo il nostro tempo, cosa mangeremo non ci interessa, ci saziamo già della sua presenza. Con questa certezza camminiamo nella via della vita, cerchiamo le cose di lassù – dice san Paolo – «rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3,2). Il Signore ci confermi in ogni opera di bene, ci aiuti a riconoscerlo e ad accoglierlo nei poveri e sofferenti (cf Mt 25,40) e a vivere nella fraternità tra noi.

 

Oggi celebriamo la 72a Giornata Nazionale del Ringraziamento. Nel loro Messaggio i vescovi italiani parlano di Custodia del creato, legalità, agromafie.

Purtroppo anche nell’agricoltura «si infiltra un agire che crea grandi squilibri economici, sociali e ambientali». Per questo, dicono i vescovi, assume grande rilevanza «la responsabilità dei consumatori nel premiare con l’acquisto di prodotti di aziende agricole che operano rispettando la qualità sociale e ambientale del lavoro. “Acquistare è sempre un atto morale, oltre che economico” (CV 66, LS 206)». Ricordano «che abbiamo una responsabilità nello stile di vita che adottiamo anche quando compriamo i prodotti agricoli. Possiamo diventare protagonisti di un’economia giusta o rafforzare strutture di peccato». Denunciano «le forme di corruzione mafiosa e di sfruttamento dei poveri… Purtroppo, le terre inquinate – dicono – sono frutto anche di silenzi omertosi e di indifferenza».

Nel ringraziare il Signore per i frutti della terra, rinnoviamo il nostro impegno a custodirla, evitando, per ciò che dipende da noi, ogni forma di inquinamento (per es. smaltendo nel giusto modo i rifiuti) e sfruttamento sconsiderato delle risorse (non sprecando acqua, cibo, vestiti ecc..).

Maria ci aiuti a ringraziare il Signore per la vita eterna che abbia ricevuto e per i frutti della terra.

don Alfonso Lettieri