APPELLO DEL VESCOVO E DEI SACERDOTI ALLE ISTITUZIONI

Di seguito l'articolo apparso sull'edizione di oggi del quotidiano cattolico Avvenire

Spaccio a cielo aperto
È emergenza ad Acerra
La Chiesa in campo: basta zone franche
 
Dal quotidiano cattolico “Avvenire”
VALERIA CHIANESE

ACERRA (NAPOLI)

Alza la voce il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, che in una lettera aperta alla comunità denuncia le profonde piaghe sociali che stanno distruggendo la città e la sua gente, annientando valori e tradizioni insieme al futuro e lancia un appello alle forze dell’ordine per un maggiore controllo del territorio. Recrudescenza criminale, droga, alcol e gioco d’azzardo sono infatti in aumento ad Acerra, soprattutto tra i giovani. Nel messaggio, condiviso con i sacerdoti della città e di Licignano, frazione della vicina Casalnuovo, il vescovo esprime quindi la preoccupazione per il ripetersi nelle ultime settimane «di episodi criminali», che, insieme ai «vecchi motivi di disagio», come la disoccupazione e le vertenze dei lavoratori del consorzio unico di bacino, «aggravano la precaria situazione sociale, rischiando di minare la già fragile sicurezza dei cittadini».

Acerra pare essersi trasformata in una sorta di zona franca della delinquenza, una terra di nessuno dove la persona non ha diritto alla cittadinanza e alla dignità. Entroterra della provincia di Napoli, la città e il suo territorio sono frontiera tra il Casertano e il Napoletano, una “zona di mezzo” in cerca di senso e di identità, nonostante tradizioni antiche e riconosciute. Una per tutta, l’aver dato i natali alla maschera di Pulcinella. Ancora sospesa tra agricoltura e industrializzazione, tra la negativa fama di essere al centro della cosiddetta Terra dei fuochi e l’abbandono delle maggiori aziende nazionali, come la Mon-tefibre, tra l’essere conosciuta solo come sede di uno dei più grandi inceneritori d’Europa, Acerra stenta a trovare la strada verso uno sviluppo che coniughi passato e futuro. Nonostante gli sforzi dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Lettieri, che grazie ai fondi europei e regionali è riuscita a recuperare e riqualificare diverse zone urbane e a coinvolgere gli studenti in iniziative culturali. Probabilmente ancora troppo poco per sanare ferite antiche, causate anche da una crisi economica di lungo corso.

La Chiesa locale, attiva e attenta, deve purtroppo registrare il declino di una città, aperta ai peggiori mali e alle più brutte mode giovanili. Particolare preoccupazione destano le piazze di spaccio, scrivono vescovo e sacerdoti, «punti precisi delle città, ormai zone franche per la criminalità, e precluse alla vita sociale delle persone ». Come altrove, la droga è anche in questa cittadina di provincia mezzo per procurarsi soldi facili e offrire “sballo” sicuro. Con la conseguenza che si organizzano bande di giovani, in lotta per pochi metri quadrati dove smerciare stupefacenti a prezzi stracciati. Altro grave problema è la diffusione «del gioco d’azzardo tra i minori, che in numero sempre maggiore frequentano le sale da gioco», e quella di alcol tra i ragazzi, «facilitati – sottolineano – da una disponibilità di acquisto senza limiti e dal mancato controllo dei genitori».

È per questa serie di gravi, reali, motivi che, conclude il vescovo Di Donna, «insieme alla comunità ecclesiale, pur consapevoli delle difficoltà e delle carenze di organico, chiediamo maggiore controllo del territorio alle forze dell’ordine». L’apprensione però non sfocia nello sconforto benché i sacerdoti invochino «maggiore attenzione, lavoro e collaborazione da parte di tutte le istituzioni e agenzie educative, a partire dalla famiglia», poiché assicurano «l’impegno della Chiesa nell’educazione alla sana crescita dei ragazzi».

Lettera aperta del vescovo Di Donna e dei sacerdoti: sempre più alto il numero dei minori nel vortice dell’azzardo