«La gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi».
Così abbiamo ascoltato nell’annuncio della Pasqua. Il Bambino che è nato è venuto a manifestare la gloria, l’amore di Dio per tutti gli uomini, nessuno escluso (cf 1Tm 2,4). Dio non ha fatto una selezione, un concorso per mostrarsi a coloro che sono idonei, degni di vederlo, anzi, per stare vicino a tutti e mostrarsi ad ognuno, si è fatto uomo, piccolo ed ha una predilezione per i più deboli e per i peccatori [quindi per tutti!].
La nascita del Bambino ha messo in movimento gli angeli, i pastori, i Magi; Gesù è diventato il centro che tutti unisce: «verrà a te la ricchezza delle genti» – ha detto Isaia. In diversi modi ognuno ha ricevuto l’annuncio di questa nascita: i pastori dagli angeli, i Magi dalla stella, Erode, i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli abitanti di Gerusalemme dai Magi che chiedono informazioni. Il Signore vuole arrivare a tutti ed usa ogni modo per farsi conoscere. I Magi non conoscono le Scritture ma scrutando il cielo hanno «visto spuntare la sua stella», sono stati illuminati dalle meraviglie del Creato. Infatti, la potenza e divinità di Dio, «vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute» (Rm 1,20). «I tre uomini assecondarono l’impulso della celeste illuminazione e mentre accompagnano con attenta contemplazione la scia di luce che li precede, sono guidati alla conoscenza della verità dallo splendore della grazia» (S. Leone M.).
Erode e «con lui tutta Gerusalemme» non si muovono, restano nel loro turbamento; i sacerdoti e gli scribi citano la profezia, sanno dove nascerà il Messia, a Betlemme, ma pure loro restano fermi, non vanno da lui. Il Signore non risparmia i modi e le occasioni per manifestarsi a tutti (cf DV 2), ma non tutti lo accolgono (cf Gv 1,11), perché sono nel cuore dell’uomo gli ostacoli che impediscono di aderire alla verità e che bisogna eliminare.
Erode ha paura di perdere il trono, non sa che questo re non è venuto a togliere, ma a donare, infatti, «Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia» (Gv 1,16) e «Non toglie i regni umani chi dà il regno dei cieli» (dalla Liturgia). «Quanto sarebbe stato felice – dice S. Leone M. – se [Erode] avesse imitato la fede dei Magi e mutato in sincero culto ciò che architettava con intenzione fraudolenta!». E così pure per noi: quanta felicità e pace entrerà nel nostro cuore se facciamo di Gesù il re della nostra vita, se ci fidiamo di lui, se ci lasciamo illuminare dalla sua parola mettendola in pratica!
Gli scribi e i capi dei sacerdoti citando la Scrittura hanno indicato il luogo della nascita del Cristo, ma loro non si sono lasciati illuminare, sono rimasti fermi e non hanno potuto sperimentare la «grandissima gioia» di vedere realizzata sotto i loro occhi quella profezia. Che tristezza indicare agli altri la strada della felicità e non percorrerla!
Anche noi oggi, come la stella, mettendo in pratica la Parola, vivendo nell’amore, possiamo indicare la via della felicità, possiamo guidare gli altri a Gesù e gustare quella «gioia grandissima» che hanno provato i Magi.
Chiediamo a Maria, Stella Maris, di essere dei coraggiosi testimoni di Cristo là dove viviamo, sapendolo indicare presente in mezzo a noi.
don Alfonso Lettieri