Domenica della Parola di Dio

Oggi si compie questa parola

23 gennaio 2022 – III domenica del TO_C

Nelle domeniche del Tempo ordinario dell’anno C ascoltiamo il Vangelo secondo Luca. Per la tradizione questo evangelista è medico e pittore, Dante lo definisce Scriba mansuetudinis Christi perché il suo è il Vangelo della misericordia. Infatti, al centro del suo Vangelo Luca ci presenta le parabole della misericordia mostrandoci che Gesù è venuto per i peccatori (cf 15,1-7), ci racconta la gioia che il Signore ha «per un solo peccatore che si converte» (15,10) e la festa che Dio fa quando i suoi figli ritornano a lui (cf 15,11-32). L’invito è ad essere «misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (6,36).

Luca scrive per Teofilo e per tutti “gli amici di Dio”, per noi, in modo che ognuno possa rendersi conto della solidità degli insegnamenti che ha ricevuto. La parola di Dio ci aiuta a fare ordine nella nostra vita, ascoltandola la nostra fede si consolida e ci sostiene in ogni momento. «È profondo il vincolo tra la Sacra Scrittura e la fede dei credenti. Poiché la fede proviene dall’ascolto e l’ascolto è incentrato sulla parola di Cristo (cfr Rm 10,17)» (Aperuit llis 7). E proprio in questo tempo segnato ancora dalla paura della pandemia, «La nostra Chiesa – dice Mons. Stefano Russo, segretario generale della CEI – ha bisogno più che mai di persone mature nella fede, formate alla scuola della Parola di Dio, che si spendano quotidianamente per raccontare agli altri con gesti e parole cosa significa godere dell’amicizia del Dio di Gesù Cristo». Per questo il Papa ha voluto la Domenica della Parola che oggi celebriamo, auspicando che «possa far crescere nel popolo di Dio la religiosa e assidua familiarità con le Sacre Scritture» (Aperuit llis 15).

Luca fa un resoconto ordinato riguardo alla storia di Gesù, si rifà ai testimoni oculari (cf 1Gv 1,1-4) che «divennero ministri della Parola». La nostra fede non si basa su sogni e «favole artificiosamente inventate», ma su eventi, parole e fatti storici raccontati da «testimoni oculari della sua grandezza» (2Pt 2,16) perché Dio si è incarnato e in Gesù ogni sua promessa si compie. Infatti, nella sinagoga a Nazareth dopo aver letto il profeta Isaia, Gesù dice: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Le stesse parole ha detto a noi, perché è Gesù «che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura» (SC 7). E non parla di ciò che dobbiamo fare noi, ma di ciò che Dio ha fatto per noi. La sua parola non pone pesi sulle nostre spalle, ma li toglie, non incatena, ma libera. «La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima», porta speranza nella nostra vita, fa «gioire il cuore».

Oggi si compie in noi questa parola! Adesso – come un giorno a Nazareth – Gesù sta in mezzo a noi, ora la sua vicinanza ci conforta, adesso la sua parola sta illuminando i nostri occhi, ora il suo Pane ci dà forza. Non c’è più niente e nessuno ancora da aspettare, difatti, al Battista che vuole sapere se è lui il Messia o bisogna aspettare un altro, manda a dire: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia» (Lc 7,22).

Oggi è il momento di mettere in pratica il Vangelo, è il momento di lasciarci liberare da ogni forma di schiavitù, da ogni cecità, è il momento di perdonare, di fare una telefonata a quel fratello o sorella che non vediamo da tempo, oggi è il momento di amare come Dio ci ama senza trovare scuse. Oggi il Signore dà a ciascuno di noi la possibilità, la forza e la grazia per fare nostre le sue stesse parole, perché ogni volta che mettiamo in pratica la sua parola, ogni volta che seguiamo i suoi insegnamenti, ogni volta che amiamo come lui ci ama, si compie in noi la sua parola e ognuno può dire: «Oggi si è compiuta questa Scrittura».

Ringraziamo il Signore che «nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cfr. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé» (DV 2). E chiediamo che nella nostra vita, quotidianamente si possa compiere la sua parola.

don Alfonso Lettieri