Lettera Pastorale

In dialogo con Sant’Alfonso

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il più santo dei napoletani e il più napoletano dei santi, è un gigante della fede e della storia della santità.

 
Alcune cifre parlano da sole: la sua “Teologia morale” ha avuto 82 edizioni; le “Visite al SS. Sacramento” hanno avuto 2017 edizioni; “Le Glorie di Maria” più di un migliaio, la “Pratica di amar Gesù Cristo” 535 edizioni; l’ “Apparecchio alla morte” 319. Queste cifre danno la misura del personaggio.
A lui siamo molto debitori, perché è stato un insigne teologo moralista e un maestro di vita spirituale per tutti, soprattutto per la gente semplice.
Ho voluto dedicare questa mia prima Lettera pastorale a lui, e confesso che mi sento come un nano di fronte a un gigante; lo faccio, comunque, perché voglio presentare sant’Alfonso come modello e ispiratore del mio ministero nella chiesa che mi è stata affidata.
Vorrei dialogare con sant’Alfonso per tre motivi precisi: in primo luogo, perché egli è il Patrono di tutta la Diocesi di Acerra; l’unità della chiesa locale è un bene sempre da perseguire, e per questo invoco il nostro Patrono. In secondo luogo, perché una zona della Diocesi apparteneva un tempo alla Diocesi di Sant’Agata dei Goti e quindi ha conosciuto l’azione pastorale di sant’Alfonso e ne conserva ancora oggi le tracce. Infine, e non è un motivo secondario, sant’Alfonso ricevette il sacramento della Cresima, a 26 anni, dalle mani di mons. Giuseppe Maria Positano, Vescovo di Acerra.
 
In allegato la Lettera completa
 
Acerra 1 Agosto 2014
+ Antonio Di Donna