Studenti e lavoratori insieme per il primo maggio

Il vescovo Antonio Di Donna: «la mancanza di lavoro significa depressione e famiglie che si sfasciano». Il presule ha letto la drammatica lettera di un disoccupato cinquantenne

Ieri mattina, 29 aprile, il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, ha incontrato gli studenti del Liceo “Sant’Alfonso Maria de’ Liguori” e gli operai della ex Montefibre di Acerra. L’incontro è stato organizzato dall’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro.
 
Di Donna ha sottolineato l’importanza dell’incontro tra studenti ed operai che vivono il dramma della chiusura della ex Montefibre, invitando a «vivere questo momento di preghiera» a partire dalla Lettura della Seconda lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalonicesi (3,7-13). «Paolo – ha detto il vescovo – lavorava e dava egli stesso l’esempio». Per Di Donna, è importante «guadagnarsi il pane con il sudore della fronte», perché il lavoro è «per la dignità dell’uomo» ed esprime la sua «collaborazione» con Dio «per far crescere il mondo». Di conseguenza, «la mancanza di lavoro è un attentato alla dignità della persona umana», come dicono anche i vescovi italiani nel messaggio scritto per il Primo maggio dal titolo «Il lavoro: libertà e dignità dell’uomo in tempo di crisi economica e sociale». Non a caso il testo si apre con la presa d’atto drammatica che in Italia «il lavoro manca».
 
Lo stesso vescovo ogni giorno è testimone di persone «disperate» che si rivolgono a lui non chiedendo soldi ma un lavoro. Per questo ha scelto di leggere una lettera di un uomo con più di 50 anni, che ha perso il lavoro, e che pur avendo maturato tanta esperienza non riceve chiamate. Questa situazione lo porta a chiudersi in se stesso, perché «la mancanza di lavoro significa depressione, famiglie che si sfasciano e in alcuni casi addirittura suicidio».
 
I vescovi chiedono di mettere insieme scuola e lavoro. E anche noi dobbiamo fare in modo che «i giovani vivano un’esperienza lavorativa prima di terminare gli studi», ha aggiunto Di Donna precisando che si tratta di «un tema e un impegno difficile ma non dobbiamo calare l’attenzione». Del resto, «la Chiesa è vicina», anche attraverso l’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro diretto da Mario Cappella con l’aiuto degli animatori del Progetto Policoro.
 
Il vescovo ha concluso ringraziando tutti, con il desiderio che «la preghiera di stamattina ci aiuti ad affrontare questa difficile sfida incanalandola in un binario di giustizia».
 
Dopo la benedizione, Di Donna ha invitato tutti i lavoratori a non scoraggiarsi, mentre un operaio ha ringraziato il presule per la «vicinanza concreta».
 
Il preside Carmine De Rosa ha aperto e chiuso l’incontro.