Strada facendo: Presbyteri a convegno

La Rivista Presbyteri è un laboratorio di ascolto, dove la Redazione cerca di raccogliere pensieri e vissuto, gioie e delusioni, desideri e resistenze dei ministri sacri (diaconi, preti, vescovi) che nella Chiesa italiana vivono, operano e sperano. Non è una scelta “di casta”, ma una scelta “di campo”; non ha conseguenze esclusive, ma piuttosto inclusive perché nel cuore e nelle mani di quegli uomini passa tutto il mondo, che ha il volto delle persone che ogni giorno incontrano e a cui si sentono mandati.

Cambia rapidamente questo mondo, a pochi anni di distanza non riconosciamo più la società in cui siamo immersi; la sensazione è di essere sempre in ritardo, o di parlare una lingua non compresa, di non riuscire a cogliere le domande o non sapere le risposte. Ed è naturale che quel “laboratorio di ascolto” che vuole essere Presbyteri senta ora salire forte dal mondo presbiterale la voce di un sentimento contrastante, fatto di irriducibile passione per questo tempo e questa gente ma anche di disagio di fronte alla percezione di una sordità crescente o forse piuttosto dell’impossibilità di dialogare a partire da un linguaggio comune.

Proprio perché abitati dalla passione di Dio per questo mondo, i ministri sacri si trovano dunque a dover rivedere il loro ruolo e persino la loro identità, per tornare ad essere significativi: per se stessi, prima di tutto, e poi per le persone a cui si sentono mandati.

In questo contesto risuona la voce profetica di Papa Francesco, che nella Evangelii Gaudium aveva indicato che non c’è alternativa a una chiesa “in uscita”, quella che ha il volto di una «comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG 24). Attorno a queste due categorie, che il Papa ha sempre pensato come indissolubilmente unite – “discepoli-missionari”, cf. EG 121– si può e si deve ridisegnare la figura del ministro sacro, che fa strada dietro al suo Signore e accanto e incontro alle persone che con lui e come lui percorrono i sentieri di questa esistenza.

Il discepolo-missionario è “leggero”, si trova sempre più nella necessità di ricercare e di scegliere ciò che è veramente “necessario” al suo ministero e di modificare alcuni paradigmi della sua formazione, del suo modo di fare pastorale, del suo stile relazionale.

È “aperto”, perché è chiamato a prepararsi e vivere un impegno di primo annuncio e di dialogo con culture e società basate ormai su altri valori e convinzioni. Per questo, come diceva il decreto sull’attività missionaria della chiesa Ad gentes (riferendosi allo stile da tenere nei Paesi “di missione”!) «deve essere pronto a prendere iniziative, costante nel portarle a compimento, perseverante nelle difficoltà, paziente e forte nel sopportare la solitudine, la stanchezza, la sterilità nella propria fatica» (AG 25).

È “libero” e “collaborativo”, non solo perché sa di non essere capace di tutto e di non potercela fare da solo, ma perché crede nell’aiuto reciproco e nella comunione, che è la vera profezia dei nostri tempi, e per questo, come dice ancora Ad gentes, «accoglierà volentieri gli incarichi che gli vengono affidati; saprà adattarsi generosamente alla diversità di costume dei popoli ed al mutare delle situazioni; in piena armonia e con reciproca carità offrirà la sua collaborazione ai confratelli ed a tutti coloro che svolgono il suo stesso lavoro» (AG 25).

Infine, in un ambiente che ormai parla, pensa e guarda poco in prospettiva cristiana, il ministro discepolo-missionario tiene viva la fede e la speranza, perseverando nell’essere un uomo di preghiera, facendo del suo dialogo con Dio e della sua presidenza liturgica un luogo “ospitale”, abitato da tanti nomi, tante situazioni, tante persone, in un percorso che va e viene dal Signore al suo popolo.

Da qui siamo partiti per immaginare il prossimo convegno che Presbyteri propone lunedì 19 e martedì 20 maggio dalle 10 alle 12, in sola modalità on line (sul canale YouTube di Presbyteri e sul sito www.presbyteri.it). Lo abbiamo intitolato: Strada facendo… Preti oggi in un contesto missionario.

Ci aiuteranno lunedì 19 maggio mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano e la teologa Stella Morra; martedì 20 maggio don Enrico Brancozzi, della diocesi di Fermo, e don Vito Impellizzeri, della diocesi di Mazara del Vallo.

La Chiesa che ci sta davanti in questo momento non ha contorni precisi, siamo in attesa e in preghiera… ma la nostra Rivista vuole fare la sua parte per dare voce e sostegno a tanti che con passione cercano come vivere e annunciare il Vangelo in questo tempo, e lo fanno senza fermarsi di camminare… “strada facendo”.

suor Chiara Curzel

Segretaria di Redazione di Presbyteri