Per un servizio d’amore

La Quarta Assemblea Annuale sulla Questione Ambientale, il Concerto del Piccolo Coro dell’Antoniano e l’Ordinazione Sacerdotale di due nuovi Presbiteri hanno gremito la Cattedrale di Acerra per tre giorni. Per il Vescovo Antonio Di Donna la Chiesa è un «servizio d’amore»

«Un movimento di popolo», così lo ha definito il vescovo Antonio Di Donna, ha riempito «a diverso titolo» la nostra Cattedrale di Acerra in questi giorni. E’ quello stesso «movimento inarrestabile», di cui lo stesso presule aveva parlato a Pentecoste, e che dall’annuncio del Cristo Risorto giunge a noi attraversando il tempo, la storia e lo spazio.
 
Migliaia di fedeli e uomini di buona volontà hanno partecipato mercoledì 21 giugno alla Quarta assemblea annuale sulla questione ambientale; il giorno dopo, giovedì 22 giugno, hanno assistito al Concerto del piccolo coro dell’Antoniano di Bologna per i ragazzi della nostra diocesi, in particolare per gli angeli della nostra terra che non ce l’hanno fatta; e infine, ieri sera 23 giugno, hanno gioito per l’ordinazione dei due giovani sacerdoti, Carmine Passaro e Francesco Piscitelli.
 
Ma partiamo proprio da questo ultimo grande e “stupefacente” evento: due giovani brillanti, con tante porte aperte e possibilità davanti, incontrano ancora oggi, nonostante il dominio della cultura del provvisorio, la Persona di Gesù Cristo, che continua a vivere per le strade di un mondo troppo spesso disorientato e a bussare al cuore di ciascuno, e decidono di stare per sempre con Lui, accolti dalla Chiesa nell’ordine del presbiterato; e come anfore, scelgono di lasciarsi riempire dall’amore di Dio per poi riversarlo tra la loro gente.
 
I tanti che gremivano la Cattedrale lo hanno capito, e l’entusiasmo, i canti, l’affetto, la commozione e la gioia di un intero popolo – genitori, comunità parrocchiali, amici, ammalati, sindaci – è un ringraziamento a Dio e a loro per il «servizio d’amore», così lo ha definito il vescovo Antonio Di Donna, attraverso il quale si immoleranno ogni giorno tra i fratelli. «Stasera siete al centro dell’attenzione del popolo», ha detto monsignor Di Donna a Carmine e Francesco; di quel popolo che è consapevole nel profondo del proprio cuore di non potere fare a meno di loro, i quali «configurati per sempre a Cristo, sommo ed eterno sacerdote», sono «a questo titolo pastori del popolo di Dio». E dunque l’esortazione: «Lasciatevi stancare dalla gente, dentro il cui affetto troverete sempre forza e sostegno».
 
La Festa liturgica del Sacratissimo Cuore di Gesù ha dato al vescovo Di Donna la possibilità di fare un «sintesi» – ma che «non esaurisce un lungo e permanente cammino di formazione» – del senso di una giornata straordinaria per la nostra Chiesa particolare, dove «dopo quattro anni e mezzo si interrompe la siccità (l’ultima ordinazione risale al gennaio 2013, ndr)», ha detto il presule, il quale con tutto il popolo di Dio «lieto» torna ad esultare per «il dono di questi nuovi pastori», da lui considerati «primogeniti» in quanto i primi consacrati dall’inizio del suo ministero in diocesi.
Da questa festa nasce l’impegno difficile ma bello per i due nuovi sacerdoti di «veicolare la corrente calda dell’amore di Dio nelle nostre terre», sull’esempio di quel gigante di santità e patrono della diocesi che è Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Non il «freddo legalismo religioso – siate servi premurosi del popolo, non burocrati e funzionari del sacro», ha esortato Di Donna – ma la «passione pastorale» di annunciare quel Dio «mite e umile di cuore» che «solo per amore si è incarnato, è morto in Croce ed è risorto per noi», ha chiesto il vescovo ai nuovi sacerdoti, chiamati a «vincere la tentazione dell’accidia, dell’indolenza, del dovere d’ufficio e del quieto vivere», e obbligati da questo tempo difficile ma affascinante ad «andare fuori» piuttosto che «aspettare quelli che vengono», e «prendere contatto con la carne ferita di Cristo».
Le «famiglie ferite» e le «vittime dell’inquinamento ambientale» sono nelle parole di Donna il volto di quella carne in questo momento cruciale della nostra storia di Chiesa particolare. E in questa prospettiva, mercoledì 21 giugno, il servizio di amore di questa Chiesa pellegrina nelle strade di Acerra e degli altri comuni della diocesi, ha assunto le sembianze della Quarta assemblea annuale sulla questione ambientale, per mantenere alta la vigilanza e ricordare i nostri ormai troppi morti di cancro, soprattutto giovani. Perché, come ha affermato l’autorevole ospite della serata, il vescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, la pastorale dell’ambiente, del lavoro e della salute sono parte «sostanziale» e «nuova frontiera» della evangelizzazione.
 
Perciò, per il vescovo di Acerra, bisogna «educare le coscienze a partire dal catechismo dei ragazzi», e la Custodia del Creato deve «entrare nei cammini ordinari di fede delle comunità parrocchiali», senza rinunciare, «in quanto pastore di un popolo che continua a portare sulla propria carne le ferite prodotte dall’inquinamento ambientale», a costruire il Bene Comune in collaborazione con la politica e le Istituzioni, tallonandole su quello che i vescovi della Campania hanno definito un vero e proprio «dramma umanitario». E pensando nel prossimo futuro ad una «Consulta diocesana», che aiuti la «Chiesa intera», e «oltre l’emergenza», a dire la parola che le spetta su questa nuova questione sociale.
 
E in occasione dell’assemblea, il vescovo di Acerra raccoglie e anticipa le sue preoccupazioni in un fitto e articolato testo scritto (in allegato) che diventerà postfazione di una raccolta di interventi sul tema della salvaguardia del creato nelle nostre terre.
 
La «bellezza» è uno degli antidoti alle «bruttezze» delle nostre terre, ha ripetuto in questi giorni il vescovo di Acerra, che è da sempre convinto del rilancio del patrimonio agricolo, ma anche artistico, culturale, musicale e archeologico delle nostre città, ed ha voluto per giovedì 22 giugno la presenza del Piccolo Coro dell’Antoniano, per un concerto davanti a migliaia di bambini e adulti assiepati nella Cattedrale, da dedicare ai ragazzi delle nostre terre, soprattutto agli angeli volati in cielo prematuramente, portati via dall’inquinamento ambientale: Davide, Marco, Tonia, Tina, Pasquale, Aniello …