La nuova statua collocata nel santuario di san Michele

San Felice a Cancello si affida al proprio Arcangelo

Festa a Sant’Angelo a Palombara. Il vescovo Di Donna: «Con il suo aiuto vinciamo il male»

A quasi un anno dalla riapertura al culto del Santuario di San Michele a Sant’Angelo a Palombara, avvenuta il 6 ottobre del 2022, lo scorso 29 settembre 2023 si è celebrata per un’intera giornata, dopo tanti anni, la festa di San Michele nel giorno in cui la Chiesa fa memoria degli Arcangeli.

La prima messa è stata presieduta la mattina da don Raffaele D’addio; nel primo pomeriggio, nonostante l’arrivo fosse previsto per problemi logistici diversi giorni dopo, è arrivata la nuova statua del Santo, scolpita in legno da uno dei più bravi scultori di Europa, Giuseppe Stuflesser, nel laboratorio di Ortisei (Bolzano), rifacendosi alla vecchia immagine di san Michele rubata dal santuario alcuni decenni fa. Tutto qualche ora prima della celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Antonio Di Donna: sicuramente un segno di benevolenza del santo che ha reso felice ed entusiasta l’intera comunità.

Durante l’omelia della messa – concelebrata insieme a don Domenico Pirozzi e a diversi sacerdoti della diocesi di Acerra nel santuario gremito, mentre all’esterno è stato montato un maxischermo per le persone che non vi hanno potuto accedere – il vescovo Antonio ha parlato di «Michele, Gabriele e Raffaele, i tre santi angeli che ricordiamo in questo giorno». Il presule ha ricordato che Gabriele che significa «forza di Dio», è l’Arcangelo che ha recato a Maria il lieto annuncio; Raffaele significa invece «Dio guarisce», è l’Arcangelo che viene mandato a Tobia per liberarlo dalla cecità.

Ma «la nostra attenzione oggi si concentra sul più grande di questi angeli, che è san Michele» ha chiosato il vescovo parlando di colui che «viene raffigurato come un guerriero che sconfigge il diavolo, rappresentato sotto i suoi piedi». E «questa tradizione rispecchia le parole scritte nella Bibbia nel libro dell’Apocalisse: “Scoppiò una guerra nel cielo, Michele e i suoi angeli combatterono contro il drago. Il grande drago, il serpente antico”, e colui che chiamiamo il Diavolo fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli».

Di Donna ha poi spiegato che «la Parola “Angelo” viene dal greco e significa “Messaggero”». Ma «qual è il messaggio racchiuso nel nome “Michele”?».

Per il presule «lo indicano le parole latine che si possono leggere sullo scudo della nostra statua: “Quis ut Deus? Chi è come Dio?”». E «il messaggio è chiaro: nessuno e nessun potere può presumere di prendere il posto di Dio». Queste parole infatti «rimandano alla “trascendenza”: Dio è al di sopra di tutto e di tutti». Ecco allora il monito di san Michele: «Tutti siamo creature, solo Dio è Dio». Del resto «”uno solo è la guida, uno solo è il Padre, e noi siamo tutti fratelli” ricorda Gesù nel Vangelo».

Il «Diavolo sotto i suoi piedi» è «un altro elemento costante nell’iconografia dell’Arcangelo Michele» ad indicare che «nella lotta contro il male con il suo aiuto possiamo vincere».

Monsignor Di Donna ha ricordato infine che è possibile organizzare «ritiri spirituali e incontri parrocchiali per dare vita a questo meraviglioso luogo», perché san Michele è davvero una figura importante nella nostra vita, colui che ci difende dal male, dal nemico, e ci dà un grande insegnamento: l’umiltà, che spesso dimentichiamo!

Grazie di cuore al nostro vescovo che ha permesso tutto questo; e ai sacerdoti che in questo anno di apertura hanno dato tanto celebrando ogni domenica quando il tempo lo permetteva.

Grazie Gesù, per averci fatto vivere questo bel momento, e per il tuo costante esserci nella nostra vita! «Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria».

Alessio Bernardo

 

La registrazione dell’intera celebrazione

https://www.youtube.com/watch?v=Xa05-4SaRVQ