Introduzione

Dopo aver messo giù l’idea di ascoltare e raccogliere le storie di vita dei sacerdoti con tanti anni di ministero “sulle” spalle e il desiderio di condividere l’intensità di questi incontri, ci siamo trovati a dover scegliere il titolo da dare a questa sezione.

Una sera ci incontriamo e discutiamo. Che titolo scegliamo? Allora, vediamo. Potrebbe andare bene “raccoglitore di memorie”, oppure “toledot”, anche “vite vissute e storie raccontate”. Il primo escluso a prescindere. Toledot – termine ebraico che significa generazione, discendenza, origine – sarebbe bello, ma potrebbe essere non capito subito. Ci serve qualcosa di più immediato. Il terzo, meglio non parlarne.

Ecco! “Scrutare la memoria”. È questo il titolo adatto che rispecchia la nostra idea. Può andare.

Si, va bene! Questo è in breve ciò che è successo quella sera di alcune settimane fa. Adesso ti raccontiamo perché abbiamo scelto questo titolo. Se cerchi nel dizionario Treccani troverai che scrutare significa: guardare, esaminare attentamente, per scoprire o comprendere ciò che non si manifesta o non si capisce a uno sguardo o a un esame affrettato e superficiale. Come scrutare il viso di una persona per conoscerne i sentimenti, indovinarne le intenzioni; scrutare l’orizzonte nella speranza di vedere apparire una nave; scrutare la natura per comprenderne i segreti; scrutare le profondità del cuore umano. Il nostro oggetto, ciò che vogliamo scrutare e guardare da vicino, è la memoria di persone che hanno donato la vita, sacerdoti con tanti anni di ministero e tanti volti raccolti nel cuore. Una memoria che è un pozzo al quale attingere.

Cosa ancora possono e vogliono donarci? Cosa possiamo attingere da loro? In questo esercizio dello scrutare ci ritroveremo ad ascoltare (nel vostro caso a leggere) storie piene di umanità, di fede, di tradizioni, di eventi che riguardano i nostri territori, ma anche di sogni realizzati e delusioni vissute. Troverai degli articoli – degli abstract – dei nostri incontri con loro, ai quali poniamo cinque domande guida, che nella loro libertà possono scegliere di non rispondere o integrarle con altro.

Mentre noi ascoltiamo le storie, il cuore si riempie e lo stesso speriamo possa accadere anche a te mentre leggi. Nel tempo del “decostruzionismo” – in cui si cerca di costruire il futuro partendo da zero e sentendosi emancipati dalla storia – il nostro scopo è quello di poter recuperare le radici personali, ecclesiali e territoriali per riconoscerci figli di una storia che ci precede, per costruire un futuro sostenibile dalle prossime generazioni. Sappiamo che tanti altri sono gli scopi, che nemmeno noi conosciamo ancora, ma che nasceranno da te nel momento in cui ti riconoscerai erede di queste storie e portatore di una rivoluzione. Nel raccontarsi dell’altro trovi te stesso. Buona lettura.

I seminaristi Vincenzo, Giuseppe e Luca