Difendere la vita è costruire la pace

Celebrata ad Acerra la Giornata per la vita

«La misericordia fa fiorire la vita». Questo il titolo del documento firmato dal Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana in occasione della 38ª Giornata nazionale per la vita, celebrata il 7 febbraio 2016. «La misericordia – scrivono i vescovi – farà fiorire la vita: quella dei migranti respinti sui barconi o ai confini dell’Europa, la vita dei bimbi costretti a fare i soldati, la vita delle persone anziane escluse dal focolare domestico e abbandonate negli ospizi, la vita di chi viene sfruttato da padroni senza scrupoli, la vita di chi non vede riconosciuto il suo diritto a nascere».
Ispirato a questo importante documento è il tema che ha guidato la “Marcia per la Vita e per la Pace” dello scorso 13 febbraio, organizzata dalla Diocesi di Acerra in collaborazione con il Centro Aiuto Vita diocesano. Bambini, adulti e giovani provenienti da tutta la diocesi hanno testimoniato per le strade di Acerra con canti e preghiere l’importanza di difendere la vita e sostenere la pace, sempre più minacciate da diverse forme di mali, spesso legittimati  dalla legge e dal consenso popolare.
 «Abbiamo unito i temi della pace e della vita perché sono una cosa sola», ha affermato il vescovo Antonio Di Donna in Cattedrale al termine della marcia, ricordando che per difendere la vita è necessaria la Misericordia, oggi soffocata dall’indifferenza che ha assunto una dimensione globale. Riprendendo il Messaggio per la XLIX Giornata Mondiale della Pace scritto da papa Francesco, monsignor Di Donna ha denunciato le varie forme di indifferenza che allontanano l’uomo dalla misericordia, innanzitutto l’indifferenza verso Dio: l’uomo, sentendosi «autore di se stesso», si sostituisce al Signore, pretendendo diritti che violano la sacralità della vita. Una conseguenza della rottura del legame tra l’uomo e Dio è l’indifferenza verso il prossimo e verso il Creato: anche l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, la distruzione della natura e i crimini ambientali sono prove evidenti di questo sistema di indifferenza che ha reso l’uomo schiavo di se stesso fino all’autodistruzione.
 
Una testimonianza di amore per la vita è stata offerta dall’ing. Luigi D’Antonio dell’associazione Ai. Bi (Amici dei Bambini), padre adottivo di due ragazzi. Per l’ingegnere l’adozione «è una via per conoscere Dio» e una «rinascita» per tutti i bambini il cui volto è come quello di Cristo abbandonato sulla Croce. La ferita dell’abbandono è una cicatrice che non si rimarginerà mai, ma l’adozione è un atto d’amore che ridona una nuova vita al bambino e consente ai genitori di riscoprire quello «spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: “Abbà Padre”» (Rm 8,15).
 
In conclusione dell’evento, l’orchestra della Scuola Media Gaetano Caporale e il coro “Mani Bianche” hanno eseguito brani in memoria delle vittime della Shoah e di monsignor Gennaro Verolino, vescovo di origini acerrane nominato Giusto tra le Nazioni per aver salvato centinaia di ebrei.
 
In quest’Anno Santo della Misericordia la difesa della vita e della pace non rappresenta solo una questione politica, indipendente dalla responsabilità delle singole persone, ma tutti sono chiamati ad accogliere il prossimo con le sue sofferenze e difficoltà, lasciandosi guidare dalla convinzione che «Chiunque si pone al servizio della persona umana realizza il sogno di Dio» (Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 38a Giornata Nazionale per la vita, 7 febbraio 2016) .
 
Eleonora Perna