Chiamati alla santità

La preghiera e riflessione dei monaci di Norcia per la festa di oggi

Il simbolo della nuova tremenda scossa di terremoto che ha colpito il Centro Italia domenica scorsa è la Basilica di San Benedetto a Norcia: completamente rasa al suolo, è rimasta in piedi soltanto la facciata. I Padri Benedettini si sono salvati grazie alla scossa del 26 ottobre che li aveva spinti a spostarsi in un altro monastero in montagna. Ma questo non gli ha impedito di essere domenica mattina in piazza a pregare in ginocchio davanti alla Basilica simbolo dell’Europa cristiana ridotta in macerie, perché Norcia è il centro della spiritualità di San Benedetto, patrono d’Europa.
La chiesa e il suo monastero si trovano sul luogo dove nel 480 nacquero Benedetto, fondatore del monachesimo occidentale, e la sorella Scolastica, fratelli gemelli, figli del governatore romano della zona. Nel VI secolo, venne eretto sul posto un oratorio per celebrarli. Nel XIII secolo fu costruita la chiesa, che ha criptizzato la parte di edificio coincidente con gli ambienti dove Benedetto e Scolastica vennero al mondo. Risale a quell’epoca anche l’insediamento di un monastero benedettino maschile, che fu soppresso, come tutti gli ordini contemplativi di allora, da Napoleone nel 1810. Per quasi due secoli il convento è rimasto vuoto. Nel 2000, padre Cassian Folsom, benedettino americano dell’Indiana è arrivato insieme ad altri due monaci statunitensi come lui a Norcia, che dopo molte turbolenze ha riavuto i suoi monaci: oggi il convento conta sedici consacrati fra professi, novizi e postulanti con un’età media di 34 anni.
Per aiutare i monaci visita il sito https://it.nursia.org
In occasione della festa di oggi riportiamo di seguito una riflessione sulla comune chiamata alla santità tratta dal blog osbnorcia.org/it 
“Oggi celebriamo la solennità di Tutti i Santi. Possiamo chiederci, però, perché una festa per tutti i santi insieme? Abbiamo un santo particolare praticamente ogni giorno, come Santa Teresa, o San Francesco, o San Domenico, e così via. Perché un’altra festa per tutti i santi?
 
Prima di tutto, proprio come domani preghiamo per tutte le anime in purgatorio, oggi riconosciamo tutti i santi in cielo. Questo include tutti coloro che hanno raggiunto il cielo, anche dopo aver attraversato il purgatorio, e quindi include una vasta moltitudine che non sono stati canonizzati e non sono altrimenti riconosciuti. La lettura dell’Apocalisse dice dunque, “Dopo ciò apparve una gran folla, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua (Ap 7,9)”
Per questo motivo oggi dovrebbe essere una festa molto speciale per noi, perché per la stragrande maggioranza di noi, molto probabilmente per tutti noi, sarebbe del tutto irragionevole aspettarsi di essere canonizzati, e una tale attesa sarebbe sicuramente un atto del vizio della superbia. In questo modo, la festa di Tutti i Santi esprime una speranza molto più ragionevole per noi, che è quella di ottenere il Cielo senza essere canonizzati.
Papa Benedetto ha parlato di questo tipo di santità nella sua udienza generale del 13 aprile 2011. Che cosa è necessario per noi, lui domanda, per diventare santi?
 
Che cosa è essenziale? Essenziale è non lasciare mai una domenica senza un incontro con il Cristo Risorto nell’Eucaristia; questo non è un peso aggiunto, ma è luce per tutta la settimana. Non cominciare e non finire mai un giorno senza almeno un breve contatto con Dio. E, nella strada della nostra vita, seguire gli ‘indicatori stradali’ che Dio ci ha comunicato nel Decalogo letto con Cristo, che è semplicemente l’esplicitazione di che cosa sia la carità in determinate situazioni. Mi sembra che questa sia la vera semplicità e grandezza della vita di santità: l’incontro col Risorto la domenica; il contatto con Dio all’inizio e alla fine del giorno; seguire, nelle decisioni, gli ‘indicatori stradali’ che Dio ci ha comunicato, che sono solo forme di carità. Perciò il vero discepolo di Cristo si caratterizza per la carità verso Dio e verso il prossimo. Questa è la vera semplicità, grandezza e profondità della vita cristiana, dell’essere santi.
Allora, secondo Papa Benedetto, non è tanto difficile diventare santi. Ci sono tre cose essenziali, cioè, (1) andare sempre alla Santa Messa della domenica, (2) pregare un po’ il mattino e la sera, e (3) “seguire gli indicatori stradali che Dio ci ha comunicato nel Decalogo letto con Cristo”.
 
Il brano evangelico di oggi è tratto dal quinto capitolo del Vangelo di Matteo. Per capire meglio “il Decalogo letto con Cristo”,sarebbe bello leggere tutti i capitoli 5, 6 e 7 di questo Vangelo, dove Cristo spiega il significato del Decalogo per i cristiani. Ecco una cosa da fare a casa. Per ora, tuttavia, possiamo vedere brevemente alcune cose nel brano di oggi.
“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8). Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega, “I «puri di cuore» sono coloro che hanno accordato la propria intelligenza e la propria volontà alle esigenze della santità di Dio, in tre ambiti soprattutto: la carità, la castità o la rettitudine sessuale, l’amore della verità e l’ortodossia della fede” (CCC 2518).
 
Per quanto riguarda la carità, dobbiamo di ricordare il duplice comandamento della carità, cioè dell’amore di Dio e del prossimo. Dobbiamo mettere Dio al primo posto nella nostra vita, e dobbiamo amare il nostro prossimo come noi stessi, vale a dire, dobbiamo trattare il nostro prossimo, come vorremmo essere trattati.
Per la castità, ricordiamo che non è lecito cercare il piacere sessuale di qualsiasi tipo fuori dal matrimonio, e che anche nel matrimonio, dovremmo accettare anche la possibilità di avere dei bambini.
Per l’amore della verità generalmente, dovremmo fare attenzione a non permettere ad altri desideri di renderci ciechi davanti alla verità. Questo vale particolarmente per la questione della “ortodossia della fede”. Senza un amore per la Chiesa, è difficile avere il tempo per imparare gli insegnamenti della Chiesa, e spesso è anche difficile accettarli. Allora, per mantenere l’ortodossia, è importante sviluppare il nostro amore per la Chiesa.
Concludiamo con la fine del brano di oggi: “Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male a causa mia; rallegratevi ed esultate, poiché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,11-12). Mentre proviamo a vivere una vita cristiana, incontriamo molta opposizione dal mondo, ma secondo l’insegnamento di Cristo, questo dovrebbe essere per noi soltanto un motivo di gioia, perché aumenta la grandezza della ricompensa. E ripetiamo in conclusione, anche noi possiamo seguire queste piccole strade, anche noi possiamo diventare santi. Non è solo per i pochi. È per tutti noi. Allora, cominciamo oggi!”.