Celebrata la Passione del Signore

Entriamo con questa celebrazione nel “silenzio della Chiesa, che viene privata del suo Sposo”; ma anche nel tempo del silenzio dell’uomo, con le sue domande di senso: perché il dolore, la sofferenza, quale è lo scopo della vita?.
Ma questo è anche il giorno del “silenzio di Dio”, che sembra quasi “assente dalla nostra vicenda umana”.
Il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, ha presieduto oggi la celebrazione della Passione del Signore alle tre del pomeriggio in Cattedrale alla presenza dell’anziano vescovo emerito, Antonio Riboldi.
Ma “nel grande silenzio” che caratterizza questo tempo, ha proseguito Di Donna, “irrompe, la Parola di Dio”, che “ci aiuta a comprendere le ragioni della Croce”, che è la “Rivelazione”.
Essa infatti rivela “chi è l’uomo”, capace di crocifiggere Dio, ma rivela anche “chi è Dio”, il Suo “vero volto”. La Croce rivela perciò “l’uomo come Dio lo vuole, innocente, giusto e fedele alla sua volontà, che dona la vita per amore”. “È Gesù l’uomo come Dio lo vuole e desidera da sempre”.
Per questo motivo, dopo la profonda preghiera d’intercessione e l’adorazione della Croce, “volgiamo lo sguardo a Colui che abbiamo tradotto, con la genuflessione e il bacio”.
Si tratta del “paradosso” della fede cristiana: adorare un patibolo, tra i più crudi, come “segno di salvezza”.
Ma questo è possibile perchè quella “Croce è gloriosa” e quel “Crocifisso è il vincitore”.
Di Donna ha concluso elencando i “tre motivi del nostro volgere lo sguardo alla Croce del Signore”. Innanzitutto, ringraziare per la fedeltà del Signore, fino alla Croce; per i martiri di ieri, oggi e sempre; e per tutti quelli che sono fedeli al Vangelo.
Poi, per chiedere “perdono” per la nostra fede “incoerente” e tiepida, per le nostre “infedeltà”, per una fede che non sa essere radicale. “Nella memoria della Tua Passione, ti chiediamo perdono, Signore”, ha esclamato Di Donna.
E infine, per “chiedere la forza, il dono dello Spirito, della fortezza e della testimonianza, soprattutto nella prova, il coraggio di resistere, essere forti e continuare a sperare”.
“Sii Benedetto, oggi e sempre, Uomo della Croce”, ha concluso il vescovo invitando tutti a mantenere in queste ore “il silenzio” e a “vivere l’attesa della Resurrezione come la Madonna”, come Maria, che ha saputo vivere “l’attesa del Sabato Santo”.