Carmine Passaro e Francesco Piscitelli ordinati diaconi

Il vescovo Antonio Di Donna: «Siete una gioia e una provocazione»

La primavera appena passata ha dato i suoi primi frutti. Così ieri, 26 giugno, pochi giorni dopo l’inizio dell’estate, lo Spirito Santo ha spinto un po’ più in avanti la nostra Chiesa di Acerra con l’ordinazione diaconale di Carmine Passaro e Francesco Piscitelli.

In una Cattedrale gremita nonostante il gran caldo, monsignor Antonio Di Donna ha imposto le mani sul capo dei due giovani esprimendo «la gioia del vescovo», di monsignor Giovanni Rinaldi, vescovo emerito che «vi ha accolti in seminario» e che ha partecipato alla celebrazione, ma anche la «gioia di tutti i sacerdoti», degli «amici», dei «parenti», del «seminario di Posillipo che vi ha formati», e delle «città della nostra diocesi», rappresentate in Cattedrale dalla presenza dei sindaci di Acerra, Raffaele Lettieri, di San Felice a Cancello, Pasquale De Lucia, e da esponenti dell’Amministrazione di Santa Maria a Vico. Carmine e Francesco rappresentano i «primogeniti» di monsignor Di Donna, perché sono «i primi diaconi che ordino come vescovo di Acerra», ma sono anche una «buona e santa provocazione» per tutti, perché in un tempo dominato dalla «cultura del provvisorio» hanno imboccato la strada della «radicalità del Vangelo» scegliendo di seguire «per sempre» non una dottrina o una filosofia ma la «Persona» di Gesù Cristo, che ancora una volta ha «chiamato», e la «relazione» costante e viva con Lui è l’antidoto contro il pericolo di diventare «burocrati e amministratori del sacro». Perciò l’esortazione: «Vigilate su voi stessi perché essa non venga mai meno». Carmine e Francesco sono una provocazione, perché «donate la vostra libertà» nel tempo dell’«esaltazione dell’indipendenza» e «vi legate» quando i legami sembrano per molti quasi una «sofferenza», ha aggiunto il presule, e certamente «non per ripiego», come ha spiegato nella presentazione iniziale don Alfonso Lettieri, responsabile del Centro diocesano vocazioni. Carmine Passaro – chiamato dal vescovo più «riflessivo», 30 anni lo scorso marzo – cresce in Cattedrale, prima ministrante e poi animatore liturgico, e frequenta il Liceo Sant’Alfonso Maria de’ Liguori di Acerra, iscrivendosi poi alla Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli e conseguendo nel giugno 2009 la laurea di primo livello in Ingegneria meccanica. Ma nell’ottobre dello stesso anno decide di entrare nel seminario di Nola per l’anno propedeutico e un anno dopo si trasferisce a Posillipo dove studia fino a giugno del 2015. Svolge il sesto anno di formazione nel seminario di Acerra insieme al vescovo Di Donna e a don Alfonso Lettieri. Attualmente esercita il suo servizio presso la Parrocchia Sant’Alfonso di Cancello Scalo nel Comune di San Felice a Cancello. Francesco Piscitelli ha 27 anni ed è di San Marco Trotti, frazione del Comune di Santa Maria a Vico. Fin da piccolo frequenta l’oratorio. Studia elettronica e comunicazioni all’istituto Tecnico industriale di Caserta ed esercita diverse pratiche sportive, tra cui spicca la passione per il ballo. A 16 anni comincia a porsi le domande sulla vita stimolato dalla forte testimonianza di una padre cappuccino del Convento di Arienzo. A settembre 2008 entra nel seminario di Nola e l’anno successivo si trasferisce a Posillipo. Insieme a Carmine svolge il sesto anno di formazione ad Acerra. Generoso, attento ai disagiati e alla cura della vita interiore, Francesco è attualmente in servizio presso la Parrocchia San Nicola Magno di Santa Maria a Vico. Questi due giovani, ha detto il vescovo Di Donna nell’omelia, «avrebbero avuto un cammino brillante» ma hanno riconosciuto che «il Signore è l’unico mio bene», come recitava il salmo, e hanno scelto di farsi «discepoli al servizio del Signore e del suo popolo», ha aggiunto il presule scherzando: «Francesco in particolare da ora in poi ballerà per il Signore». Di fronte alle «meraviglie del Signore» che «ancora oggi tocchiamo con mano» attraverso il «dono» di questi «due giovani», Di Donna ha invocato «lo stupore» insieme ad una «santa e salutare inquietudine, anche per «vescovi e sacerdoti che vogliamo spesso determinare i tempi e i momenti di Dio», con il rischio di «scendere a compromesso» in un contesto che «giudica il vostro gesto», ha detto il vescovo rivolgendosi a Carmine e Francesco, quasi «un peccato» e un «limite alla libertà». Carmine e Francesco ci insegnano invece che la «libertà» vera «non è un pretesto» per fare quello che mi pare ma per «essere al servizio degli altri mediante l’amore, liberi dall’ansia del successo e del potere e dalle aspettative della gente, servi di Dio e di nessuno altro», e per questo liberamente «sottomessi gli uni agli altri» attraverso l’«obbedienza» che gli stessi hanno giurato al vescovo e ai suoi successori. Del resto, l’«unico messaggio» e il «primo insegnamento» che viene dalle «scene di vocazioni» della Liturgia della Parola del giorno, è che «Gesù deve essere seguito senza condizioni», perché stare con Lui è una «grazia a caro prezzo», ha detto ancora Di Donna prima di concludere: «Vigilate su voi stessi e mantenete sempre vivo lo spirito di stasera», chiedendo a Sant’Alfonso la grazia di «perseverare nella chiamata» e certi che «il Signore non abbandona quelli che chiama». Carmine e Francesco hanno a loro volta ringraziato tutti nel chiostro del seminario, ricambiando un l’affetto immenso ben espresso dalle parole del giovane Giovanni Grieco su Facebook: «Caro amico di una vita, ci siamo … si compie il progetto di Dio … Che bel progetto, un progetto bello e ricco di emozioni… sono orgoglioso di te .. Come ieri, anche oggi sarò al tuo fianco e ti sosterrò anche nel domani… È festa nel cuore di chi ti vuole bene, è festa per te, è festa lassù, è festa per tutta la Chiesa di Acerra, è festa per i tuoi amici, è festa per la tua famiglia, è festa per il tuo paese, oggi è una giornata di festa all’insegna di tante campane che suonano per questo grande dono di Dio».