«Bene la prevenzione, ma da sola non basta»

Presentato al Comune di Acerra il programma degli screening tumorali. Il vescovo Di Donna: «Servono anche un tavolo di confronto e azioni per impedire l’arrivo sul territorio di altri impianti dannosi per l’inquinamento. Acerra ha già dato»

«La prevenzione è un punto di partenza, ma da sola non basta». Il vescovo di Acerra plaude al programma degli screening tumorali per la Città di Acerra, che prevede esami gratuiti per tre categorie di tumori molto diffuse: cervice uterina, mammella e colon retto, ma con una precisazione: «Accanto alla prevenzione servono un tavolo di confronto e studio a tutti i livelli e azioni che si oppongano a nuovi insediamenti di impianti ad alto impatto ambientale sul nostro territorio». «Acerra ha già dato», ha detto perentorio il presule Antonio Di Donna intervenendo ad Acerra nella Sala Giunta del Consiglio comunale alla presentazione del programma degli screening tumorali nato dalla collaborazione dell’Asl Na 2 Nord, del Distretto sanitario di Acerra, del Comune di Acerra, dei medici di base, dell’Associazione medici acerrani.
Di Donna si è detto preoccupato per lo «sforamento» del livello di guardia dell’inquinamento derivante da «polveri sottili», e ha rilanciato l’appello alle istituzioni centrali: «Non chiudete il Corpo forestale dello Stato».
Il vescovo ha ribadito la sua «sensibilità» sul tema dell’inquinamento ambientale: «Sono vicino alle persone colpite dalla malattia e alle loro famiglie», e poi ha rivelato: «Quando tornano dai viaggi della speranza, i familiari spesso mi raccontano dello sconcerto di alcuni luminari del Nord che increduli domandano: “Ma cosa sta succedendo dalle vostre parti?”». Per questo, Di Donna ha detto che «la prevenzione è sicuramente un primo, importante passo, ma anche su questo fronte bisogna capire cosa è successo: studiare, approfondire con un tavolo di tecnici e sanitari, acquisire le cartelle cliniche, perché se è vero che non si può ancora accertare da un punto di vista scientifico il nesso causale tra morti per tumore e inquinamento ambientale, non è neanche accettabile che si tenti di spiegare tutto appellandosi ad un generico appello a cambiare stili di vita o alla disinformazione». Ed ha ricordato «almeno 7/8 funerali di giovani morti per cancro» che egli stesso «in poco più di un anno» ha celebrato ad Acerra. L’ultimo, il giovane atleta di Karate, Pasquale De Maria.
Il vescovo di Acerra si è detto inoltre «compiaciuto» che l’Amministrazione abbia accettato di farsi portavoce della richiesta di una moratoria che impedisca l’arrivo di nuovi impianti inquinanti ad Acerra, perché «senza queste azioni», ha aggiunto, «non avrebbe senso neanche la prevenzione».
Infine, ancora una volta, l’appello all’unità: «Siate tutti uniti e sinergici per la salute di questa città», ha detto il presule allargando l’esortazione anche a comitati e associazioni, perché «una città disunita e disarticolata» favorisce chi vuole fare di Acerra uno «scarto».   
Andrea Bianco, presidente dei medici acerrani, ha promesso la «collaborazione» e il «coinvolgimento» di tutta l’associazione, mentre il vicesindaco, Tito D’Errico, ha detto che gli screening sono il segno di un cambiamento di approccio della medicina, non più in difesa ma preventiva, ed ha rimarcato il «valore aggiunto» alla battaglia per la salvaguardia dell’ambiente rappresentato dalla presenza costante e attiva del vescovo Di Donna, di cui ha condiviso l’appello all’unità.
Il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, raccogliendo l’appello del vescovo ha concluso: «Oggi abbiamo parlato di prevenzione sugli uomini, senza però dimenticare quella sul territorio».