Assemblea generale

Il vescovo di Acerra Antonio Di Donna: «La questione ambientale sia una priorità del prossimo quinquennio». Pubblichiamo il testo integrale

Da lunedì 22 a giovedì 25 maggio 2017 si è svolta nell’Aula del Sinodo in Vaticano l’Assemblea generale dei vescovi italiani. Dopo il discorso introduttivo e il dialogo tra Papa Francesco e i pastori delle chiese d’Italia, l’Assemblea è stata aperta dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova; nel corso dei lavori c’è stata l’elezione di una terna di vescovi diocesani, da cui il Santo Padre ha nominato il nuovo presidente nella persona del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve.

Segue il testo integrale dell’intervento tenuto in Aula dal nostro vescovo Antonio Di Donna martedì 26 maggio. «Desidero richiamare l’attenzione dell’Assemblea sulla questione ambientale in Italia.In Italia sono davvero rilevanti le superfici individuate negli ultimi 15 anni come siti contaminati. Secondo il Ministero dell’Ambiente sono ben 57 i Siti di Interesse Nazionale (SIN). I siti inquinati e i ritardi negli interventi di bonifica causano danni alla salute, malattie rare e morti per tumore.Tutte le Regioni italiane sono interessate: 7 dei 57 SIN sono in Lombardia, seguono con 6 la Campania, con 5 il Piemonte e la Toscana, con 4 la Puglia e la Sicilia, con 3 la Liguria, con 2 o 1 le altre regioni.Ultime informazioni sui Siti inquinati riguardano la discarica di Bussi sul Tirino, di Frosinone, di Priolo-Augusta in Sicilia. Sabato scorso, 20 Maggio, Avvenire riferiva anche dell’inquinamento della zona “La Tranquilla” a San Calogero nel Vibonese in Calabria.Si tratta di un vero e proprio dramma sociale, strisciante, che non sempre emerge sui media (a parte Avvenire): è esploso il caso drammatico di Taranto o della cosiddetta Terra dei Fuochi ma purtroppo non è successa la stessa cosa per altri siti a quelli paragonabili per inquinamento ambientale e danni alla salute, spesso è mancata una corretta informazione; i dati ufficiali spesso minimizzano per non creare allarme; i cittadini non sono informati sui rischi. Si avverte, invece, una crescente sensibilità della gente, che spesso si rivolge alla Chiesa, perché preoccupata dell’incremento delle morti e dei malati.Molti vescovi e alcune Conferenze episcopali in diversi modi sono intervenuti, denunciando e avviando una riflessione sul rapporto tra ambiente, salute e lavoro e sulla partecipazione dei cittadini. In particolare, i vescovi della Campania hanno avviato un cammino di sensibilizzazione e di partecipazione e che coinvolge le Diocesi della Regione.Purtroppo è mancato fino ad oggi un intervento autorevole a livello di Chiesa italiana. Ho riletto le prolusioni delle assemblee della CEI degli ultimi anni; abbondano i temi relativi alla famiglia, al lavoro, ai migranti ecc., ma il tema del dramma ambientale è del tutto assente. Talvolta si ha la sensazione che la Chiesa italiana, nel suo insieme, pensa che si tratti di un dramma locale. E questo è sbagliato: si tratta di una vera emergenza che coinvolge l’intero Paese. La Chiesa italiana è in ritardo su un tema che sarà sempre più prioritario. A quando la traduzione italiana della Laudato si’? Bene o male sull’Evangelii gaudium le nostre Diocesi hanno avviato un percorso, come richiesto da Papa Francesco al Convegno di Firenze; l’Amoris laetitia “spopola” nelle nostre comunità, ma la Laudato si’? Eppure la nuova evangelizzazione passa oggi per l’ecologia integrale. Occorrono una riflessione ed un impegno pari a quello per la famiglia e il lavoro.La Giornata per la Custodia del Creato è importante e viene vissuta nelle nostre Diocesi, ma essa non basta. Le due commissioni della CEI, quella per il servizio della Carità e la Salute e quella per la Custodia del Creato, hanno avviato un cammino, ma esso è ancora embrionale. Speriamo che continui. Invece c’è bisogno di un atto collegiale di tutti i Vescovi italiani, che abbia le seguenti finalità: rafforzare i singoli vescovi nei loro pronunciamenti e impegni sul tema; promuovere una riflessione organica sul tema, alla luce della Laudato si’; coordinare le iniziative delle Diocesi interessate; favorisca l’inserimento dell’educazione alla Custodia del Creato nei cammini ordinari della catechesi. Affido questa nota al nuovo Presidente della CEI perché inserisca questo tema tra le priorità del prossimo quinquennio».