Artigiani della parola

Comunicazione e Misericordia. Con il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, e il presidente dell'Odg Campania, Ottavio Lucarelli

Il giornalista deve farsi «artigiano della parola», per «accendere consapevolezza», e provocare uno «sguardo di misericordia» sull’uomo e sul mondo, perché «se cambia lo sguardo, cambia il cuore».
La Chiesa di Acerra si è data appuntamento giovedì sera nella Biblioteca diocesana di Piazza Duomo, per riflettere sul tema “Comunicazione e misericordia, un incontro fecondo”, in preparazione alla prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebrerà l’8 maggio 2016. Alla serata è intervenuto il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. Con lui, il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, e il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli.
Monsignor Antonio Di Donna ha invocato, anche per la comunicazione, un «tempo di misericordia», denunciando i rischi dello «schematismo semplificante», della «esasperazione dei conflitti» e della «raffigurazione caricaturale» della realtà. Il presule ha richiamato il ruolo importante di Avvenire per capire e decifrare i fatti nella loro complessità, con particolare riferimento ai «nostri territori» e al «degrado ambientale».
«Quando si accende la consapevolezza nelle persone, la realtà comincia a cambiare», ha esordito Tarquinio, per il quale la «politica», come l’«informazione», trovano senso solo nel «servizio alle persone». Perciò, che ci si trovi a parlare di terra dei fuochi, di guerre dimenticate, di economia che esaspera il profitto, di «mercato raccapricciante dei corpi delle donne con l’utero in affitto», o del tentativo di mortificare la domanda di vita della gente con proposte di legge sull’eutanasia, l’unica strada è stare «dalla parte delle vittime».
Il presidente Ottavio Lucarelli ha richiamato la «formazione» continua degli operatori della comunicazione, che l’Ordine dei giornalisti sta promuovendo capillarmente in tutta la Campania, come antidoto agli effetti collaterali dell’informazione globale, dai quali tutti rischiamo di essere travolti.
 Antonio Pintauro