Proseguendo il papa polacco ricordava che «il nostro tempo ci invita, ci spinge, ci obbliga a guardare il Signore e ad immergere in una umile e devota meditazione del mistero della suprema potestà dello stesso Cristo», perché «la potestà assoluta e pure dolce e soave del Signore risponde a tutto il profondo dell’uomo, alle sue più elevate aspirazioni di intelletto, di volontà, di cuore. Essa non parla con un linguaggio di forza, ma si esprime nella carità e nella verità». E infine l’esortazione accorata che ha contraddistinto tutto il magistero di Giovanni Paolo II conquistando i cuori di milioni di persone nel mondo durante il suo lungo pontificato: «Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera! Non abbiate paura! Aprite anzi spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!».Il Papa «chiamato da un paese lontano… lontano, ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana», volle «ripetere le parole con le quali ho iniziato il mio ministero di Vescovo di Roma e di Pastore della Chiesa universale» durante la cerimonia di accoglienza dei giovani italiani a San Giovanni in Laterano il 15 agosto del 2000 per la Giornata mondiale della gioventù, con il desiderio che «esse guidassero i vostri giorni romani: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”. Aprite vostri cuori, le vostre vite, i vostri dubbi, le vostre difficoltà, le vostre gioie e i vostri affetti alla sua forza salvifica e lasciate che Egli entri nei vostri cuori. “Non abbiate paura! Cristo sa cosa c’è dentro l’uomo. Solo Lui lo sa!”. Lo dicevo il 22 ottobre 1978. Lo ripeto con la stessa forza oggi, vedendo risplendere nei vostri occhi la speranza della Chiesa e del mondo. Sì, lasciate che Cristo regni sulle vostre giovani esistenze, servitelo con amore. Servire Cristo è libertà!».E se dopo 40 anni è ancora più vero quello che il Papa disse concludendo l’omelia della Messa di inizio pontificato in quel 22 ottobre 1978 (e cioè che «oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. E’ invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. solo lui ha parole di vita, sì! Di vita eterna), allora più che mai «quest’oggi e in questo luogo bisogna che di nuovo siano pronunciate ed ascoltate le stesse parole: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”». Antonio Pintauro
Aprite le porte a Cristo
Il 22 ottobre 1978 san Giovanni Paolo II iniziava il suo lungo pontificato
«Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente» (Mt 16, 16). Giusto 40 anni fa, il 22 ottobre 1978, san Giovanni Paolo II dava inizio al ministero quale successore di Pietro con le «parole di Fede» pronunciate da «Simone figlio di Giona nella regione di Cesarea di Filippo». E pochi istanti dopo, nella stessa omelia per l’inizio del suo pontificato chiariva: «Sì, Fratelli e Figli, prima di tutto queste parole». Perché «in quelle parole – proseguiva il santo pontefice – è la fede della Chiesa. In quelle stesse parole è la nuova verità, anzi, l’ultima e definitiva verità sull’uomo: il figlio del Dio vivente».