Dal 29 luglio al 3 agosto, trenta giovani della diocesi di Acerra hanno partecipato al Giubileo dei Giovani, un evento che ha superato ogni aspettativa e lasciato un segno indelebile nei cuori di ciascuno di noi.
Martedì la Messa di benvenuto in piazza San Pietro presieduta dall’arcivescovo Rino Fisichella ha dato il via al pellegrinaggio giubilare con al termine il saluto a sorpresa del Papa che ha entusiasmato tutti i giovani presenti.
Il passaggio per la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano, le confessioni e l’adorazione vissuta con tutti i giovani della Campania e le catechesi giubilari, hanno predisposto il cuore ad accogliere la Grazia.
Un momento significato è stata anche la Confessio Fidei dei giovani italiani presieduta dal cardinale Matteo Zuppi che ha rivolto ai ragazzi parole profonde e accorate, toccando temi di fede, accoglienza e pace. “Non abbiate paura della vita” – ha detto, con un invito a vivere la vita con coraggio, senza lasciarsi paralizzare dalle incertezze o dalle difficoltà.
E poi l’esperienza di camminare per le strade di Roma che non è stato semplicemente attraversare una città: è stato un pellegrinaggio tra pietre antiche, capolavori immortali e una fede che si respira ad ogni angolo. Ogni passo tracciava una linea invisibile tra storia, spiritualità e stupore. Roma sorprende, accoglie e fa riflettere. Dalla maestosità di Piazza Navona alle opere del Caravaggio, la bellezza ha creato ponti tra i giovani, generando stupore e desiderio di autenticità. Ogni tappa romana è diventata occasione di incontro con Dio: una preghiera improvvisata davanti a una chiesa, la venerazione della reliquia del beato Carlo Acutis e del corpo del beato Pier Giorgio Frassati, le condivisioni tra i giovani. Come ha detto Papa Leone XIV: “Troviamo la felicità donandoci.” E proprio il dono di sé è diventato stile di cammino, tra sorrisi, aiuto reciproco e dialoghi aperti.
L’apice è stato raggiunto con il fine settimana a Tor Vergata. Dal primo passo compiuto si respirava un clima speciale: quello di migliaia di giovani in cammino, accomunati dalla voglia di cercare un senso più profondo alla propria vita. Durante la veglia, le parole di Papa Leone XIV hanno risuonato come un abbraccio: “Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno”. Un incoraggiamento a vivere con pienezza, a cercare Dio con ardore, anche nelle piccole cose.
Le emozioni erano palpabili: la commozione di chi finalmente sentiva di essere ascoltato, lo stupore davanti alla bellezza della condivisione, la gratitudine per una parola che arrivava “giusta” al momento giusto. Il Papa ha dato voce a queste inquietudini interiori con parole piene di speranza: “Non allarmiamoci se ci troviamo interiormente assetati, inquieti, incompiuti, desiderosi di senso e di futuro. Non siamo malati, siamo vivi!”.
Il vero miracolo di questo Giubileo sono stati gli incontri. Volti provenienti da città e paesi lontani, ciascuno con una propria storia, ciascuno con la stessa sete di significato. Le relazioni nate in quei giorni, sincere e profonde, hanno dato forma a una comunità viva. E in quella fragilità condivisa, le parole del Papa ci hanno illuminato: “La fragilità è parte della meraviglia che siamo”.
Il Giubileo ci ha insegnato che i giovani non sono solo il futuro: sono il presente che pulsa. L’evento si è concluso con un mandato chiaro e gioioso: “Vi affido a Maria, la Vergine della speranza, contagiate chiunque incontrate col vostro entusiasmo e con la testimonianza della vostra fede”.
Tornare a casa non ha significato chiudere un capitolo, ma aprirne uno nuovo, con lo slancio di chi ha sentito che l’amore è ancora possibile.
Don Raffaele D’Addio
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Solo Dio disseta il nostro cuore
«Siamo fatti per questo. Non per una vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un’esistenza che si rigenera costantemente nel dono, nell’amore. E così aspiriamo continuamente a un “di più” che nessuna realtà creata ci può dare; sentiamo una sete grande e bruciante a tal punto, che nessuna bevanda di questo mondo la può estinguere. Di fronte ad essa, non inganniamo il nostro cuore, cercando di spegnerla con surrogati inefficaci! Ascoltiamola, piuttosto!».
Con la messa a Tor Vergata presieduta da papa Leone si è concluso ieri a Roma il Giubileo dei giovani con più di un milione presenze.
La sera prima, durante la Veglia sull’immensa distesa alle porte della capitale, il Pontefice aveva ripetuto ai pellegrini provenienti da più di 140 Paesi del mondo quanto san Giovani Paolo II disse in questo stesso luogo ai giovani il 19 agosto del 2000: «E’ Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare».
Pubblichiamo le parole di ringraziamento del vescovo Antonio ai circa trenta partecipanti della nostra diocesi.
Mi compiaccio con i giovani che hanno partecipato al Giubileo. È stata un’esperienza forte che segnerà la loro vita. Ringrazio la Pastorale Giovanile, in particolare don Raffaele D’Addio e don Alfonso Lettieri che li hanno accompagnati.
Il vostro vescovo Antonio





