Quaresima: tempo per ritornare al Signore

21 febbraio 2021 – I domenica di Quaresima _ B

Siamo di nuovo in Quaresima, forse abbiamo esclamato. Sì, ci viene donato un nuovo Tempo, definito dal Papa «un viaggio di ritorno a Dio». Infatti, il Signore stesso ci ha supplicati mercoledì: «Ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Come un padre Dio ci vuole con Lui, desidera che godiamo della Sua presenza e della Sua grazia, sa che senza Lui non possiamo fare nulla (cf Gv 15,5), «perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere» (Sal 102,14).

La Quaresima è un cammino per la nostra salvezza, per la nostra libertà. Come il popolo d’Israele esce dalla schiavitù d’Egitto e cammina verso la libertà, così siano anche per noi questi giorni, ci portino ad essere veramente liberi dai nostri pregiudizi, dai nostri vizi, dall’egoismo, dalla poca fede, ad astenerci non solo dai cibi, ma soprattutto dal peccato; siamo chiamati a discernere il necessario dal superfluo.

Mercoledì tutti ci siamo riconosciuti bisognosi di conversione, quindi non pienamente liberi; abbiamo abbassato il capo per ricevere le ceneri e la Chiesa ci ha ricordato che “siamo polvere e in polvere ritorneremo”. È stato un atto penitenziale, dunque, un atto di affidamento alla misericordia di Dio. Sì, siamo polvere, la nostra vita è come il fiore del campo (cf Sal 102,15), fiorisce al mattino, la sera si secca (cf Sal 89,6); come un soffio, sono i nostri giorni, come ombra che passa (cf Sal 144,4), ma il Signore ci ha fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore ci ha coronato (cf Sal 8,6) e la «polvere che siamo e saremo non si disperde nel nulla, ma viene raccolta dalle mani provvidenti di Dio e riplasmata nel mistero della risurrezione che ci attende, perché in noi è presente lo Spirito divino» (C. Curzel).

Gesù, dopo essersi messo in fila tra i peccatori per ricevere il battesimo, entra nel deserto, è lo Spirito che lo «sospinse», lui si è lasciato tentare per sperimentare nella sua carne tutto ciò che noi viviamo. Infatti, «egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato» (Eb 4,15). È stato tentato per insegnarci a vincere ogni tentazione. Dice Agostino: «Fosti tu ad essere tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore», perché Dio tutto ciò che fa, lo fa «per noi uomini e per la nostra salvezza».

La Quaresima è un cammino che dobbiamo fare con le “nostre gambe”, ma la forza ci viene da Dio: «A farci ritornare a Lui non sono le nostre capacità e i nostri meriti da ostentare, ma la sua grazia da accogliere. La salvezza è pura grazia, pura gratuità» (Papa Francesco). E non si tratta semplicemente di fare fioretti per quaranta giorni o di migliorare il nostro carattere e le abitudini; non è nemmeno una sospensione di cose che di solito facciamo per poi riprendere a farle dal 4 aprile (giorno di Pasqua), ma si tratta di convertirci, cioè di credere fermamente nel Vangelo, alla buona notizia dell’amore di Dio per noi, alla sua vicinanza; si tratta di seguire Gesù, di vivere da suoi discepoli (cristiani) anche quando questo ci può costare qualcosa. Ad alcuni cristiani, ancora oggi, costa la vita, a noi forse la rinuncia a qualche parola per mantenere la pace, preferire «parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano» (Fratelli tutti 223); forse costerà fare il primo passo per riconciliarci con qualcuno, accontentarci di quello che abbiamo senza farci prendere dalla brama di possesso. Non è quindi un tempo di sospensione, di non fare, ma di darsi da fare per il bene, «per rinnovare fede, speranza e carità» (cf Messaggio per la Quaresima 2021).

Maria, Arca dell’Alleanza, ci guidi in questo Tempo, ci aiuti a sostare sotto ogni croce dove suo Figlio oggi è appeso (ammalati, anziani, immigrati, senza tetto, giovani disoccupati e disorientati, carcerati…) per portare, con la nostra vicinanza, il calore della Luce pasquale.

don Alfonso Lettieri