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Ritratto del Vescovo De Pietro, A. Dubinin, 2021

Mons. Francesco De Pietro (1844-1934) nacque a Napoli il 5 ottobre 1844.

Dopo gli studi teologici fu ordinato sacerdote il 6 giugno 1868 dall’arcivescovo di Napoli, il cardinale Sisto Riario Sforza.

Fu parroco della Chiesa dell’Ascensione nel quartiere Chiaia di Napoli e molto attivo nel seguire le indicazioni della Rerum Novarum di Papa Leone XIII, impegnandosi come assistente dell’Opera dei congressi.

Il 14 dicembre 1899 fu nominato vescovo di Acerra, ricevendo l’ordinazione episcopale il 17 dicembre 1899 per l’imposizione delle mani del cardinale Francesco Satolli, arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano.

Nel 1928 ordinò sacerdote il futuro arcivescovo e nunzio apostolico Gennaro Verolino e poi nel 1930 il futuro cardinale Giuseppe Casoria.

Appena insediatosi in Acerra avviò un’azione pastorale che aveva come elemento centrale la solidarietà e che fece della diocesi una delle prime ad aver attuato la Rerum Novarum di Papa Leone XIII e messo in pratica la dottrina sociale della chiesa. Tra le azioni che portò a compimento vi fu l’ampliamento del Seminario.

Nel 1906 il vescovo ispirò la nascita della “Società Cattolica Agricola del Cuore di Gesù”, che univa l’assistenza religiosa e dottrinale alle finalità sociali, operando con la Cooperativa di consumo, una sorta di “Monte frumentario” a sostegno dei bisogni delle famiglie dei braccianti e dei piccoli contadini. L’impostazione di queste organizzazioni, che agivano sul modello delle analoghe “Società operaie” d’ispirazione cattolica del Nord Italia, rappresentava una novità nella società rurale meridionale, tanto che nel 1913 Acerra fu la sede del I Congresso regionale della Unione popolare.

Per via dell’intensa emigrazione verso le Americhe negli anni 1908-1912 di molti fedeli della Diocesi, queste iniziative sociali non ebbero seguito. Con lo scoppio della prima guerra mondiale e l’avvento del fascismo poi, esse andarono incontro ad un lento ed inesorabile declino, anche perché la struttura economica e sociale locale era ancora molto fragile; le proprietà terriere agricole erano ancora appannaggio delle ricche famiglie di Napoli, e questo aveva impedito il crearsi di una economia locale che si affrancasse socialmente ed economicamente.

Ormai ottantenne, intorno agli anni ‘20, De Pietro lasciò progressivamente al vicario generale e alle dignità capitolari il compito di reggere le sorti della diocesi, pur conservando il suo carattere amorevole verso i suoi fedeli. Cominciò a risiedere fuori Acerra, nel Convento dei Padri Barnabiti di San Felice a Cancello, fino alla nomina del nuovo vescovo di Acerra, avvenuta nel 1933.

Mons. De Pietro si spense a Napoli all’età di quasi novant’anni, il 22 gennaio del 1934. I suoi resti mortali riposano nella cappella vescovile del cimitero di Acerra.

 

I pannelli nella mostra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’arte del Munari