Messaggio dei Vescovi della Campania ai sacerdoti

Carissimi sacerdoti,

nei giorni difficili che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo, noi, vescovi della Campania, sentiamo anzitutto il bisogno di rivolgere un pensiero particolare a voi per la bella testimonianza di fede e di carità che state offrendo ai fedeli delle nostre parrocchie. Vi ringraziamo, vi apprezziamo perché siete vicini alla gente, a tante persone e famiglie esposte alla perdita di certezze lavorative, economiche e sanitarie. «Cari sacerdoti, se la Chiesa in Italia ha sempre il respiro del popolo, molto si deve ai suoi preti, particolarmente in questo frangente così delicato» (Card. Bassetti). Grazie!

Un doveroso ringraziamento va anche alle Caritas diocesane e parrocchiali, ai tanti volontari che in questo tempo stanno scrivendo pagine di silenziosa e discreta solidarietà. Affrontando anche situazioni di pericolo, sono stati e sono i veri “santi della porta accanto”. Grazie ai tanti volontari che sostengono l’impegno dell’accoglienza, del “prendersi cura del prossimo” nei tanti centri di ascolto della Caritas. Grazie! Siete l’immagine viva del buon samaritano e contribuite non poco a rendere credibile la Chiesa. Non può mancare un ringraziamento particolarmente sentito ai medici e agli operatori sanitari, come anche alle forze dell’ordine.

A tutti va il nostro pensiero paterno e l’incoraggiamento a perseverare nella comunione e nella carità.

 

Carissimi,

mentre ci prepariamo alla ripresa delle celebrazioni nelle nostre comunità, non intendiamo limitarci ad aspetti contingenti ma vogliamo offrire soprattutto una “lettura sapienziale” di quanto sta avvenendo. “Lettura sapienziale” che ci aiuti a comprendere che cosa il Signore vuol farci capire in questa situazione, come leggere questo tempo e soprattutto come ripensare l’azione pastorale alla luce di questa emergenza sanitaria, dalla quale sia la società sia le nostre comunità cristiane usciranno con un volto nuovo. Ci impegniamo a ritornare su quanto le nostre comunità hanno vissuto in questo tempo, soprattutto sulle “buone prassi” maturate in questi mesi per ricavarne orientamenti per il futuro. Su questa “lettura sapienziale” e sulla ricaduta pastorale di quanto sta avvenendo noi vescovi ci impegniamo a riflettere di nuovo prossimamente per accompagnare le nostre comunità e aiutarle a «leggere i segni dei tempi con gli occhi della fede, affinché la direzione di questo cambiamento risvegli nuove e vecchie domande con le quali è giusto e necessario confrontarsi» (Papa Francesco).

 

Nello stesso tempo non ci sta a cuore solo la ripresa delle celebrazioni, quasi che la nostra missione si esaurisca nella dimensione del culto. La missione della Chiesa non si esaurisce nelle celebrazioni. Ci stanno a cuore anche i giovani e le famiglie, gli ammalati, gli anziani, i disoccupati, i lavoratori, le categorie non protette, ci stanno a cuore i nostri fratelli migranti, impegnati nella filiera agroalimentare, nell’edilizia, nella ristorazione; in questo momento ci stanno a cuore le scuole, tutte le scuole (non possiamo infatti dimenticare le scuole paritarie e cattoliche, molte delle quali rischiano la chiusura a seguito di questa crisi); ci stanno a cuore tutti quelli che subiscono le conseguenze di questa emergenza.

 

Alcune linee unitarie per le Diocesi della Campania

 

Desideriamo ora offrirvi alcune linee a partire dal “Protocollo” riguardante “la graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo”, siglato dal Governo e dalla Conferenza Episcopale Italiana. Le disposizioni in esso contenute sono vincolanti per tutti. Pertanto, ne raccomandiamo l’osservanza in tutte le sue parti, soprattutto nel rispetto delle prescrizioni sanitarie, quali ad esempio evitare l’assembramento, rispettare la normativa sul distanziamento tra le persone e l’adozione dei dispositivi di sicurezza.

  • Messa Crismale.

La CEI ha indicato, come orizzonte unitario, che la celebrazione avvenga nel Tempo pasquale, entro l’ultima settimana. Poiché la Messa Crismale esprime l’unità di tutto il popolo di Dio, si faccia in modo, nel rispetto delle prescrizioni, che ad essa partecipino i sacerdoti e alcuni rappresentanti dei religiosi e dei laici. Nella Messa Crismale si preghi anche per i sacerdoti morti in quest’epidemia.

  • Dal 18 maggio si riprendono le celebrazioni con il popolo. Come recita il Protocollo, la ripresa delle celebrazioni liturgiche sia “graduale”, secondo le disponibilità e tenendo conto delle eventuali difficoltà a “ripartire”. Raccomandiamo soprattutto molta prudenza e buon senso, in quanto il rischio dei contagi è ancora presente.
  • Il Protocollo considera l’ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche: noi vescovi diciamo no ad una “proliferazione” del numero delle celebrazioni, sia per ragioni di natura liturgica, sia per evitare una sorta di “meccanicizzazione”, sia per oggettive difficoltà pratiche (igienizzazione dopo ogni messa e un tempo per l’areazione degli ambienti).
  • Si prenda in considerazione la possibilità di celebrazioni all’aperto, assicurandone la dignità e il rispetto della normativa sanitaria, o anche l’ipotesi di utilizzare un’area interna o esterna alla chiesa che si può collegare via streaming con l’aula liturgica.
  • Si faccia un uso limitato di trasmissioni delle celebrazioni in modalità streaming per non disperdere ulteriormente la partecipazione comunitaria: ci sta a cuore il senso della comunità, reale e non virtuale. In tali celebrazioni si rispettino lo spirito e le norme della liturgia.
  • La celebrazione del sacramento della Confermazione e la celebrazione delle “Prime Comunioni” sono rinviate fino a nuove disposizioni.
  • Per la celebrazione di Battesimo, Penitenza, Matrimonio, Unzione degli Infermi ed Esequie si rimanda alle disposizioni già vigenti.
  • Processioni e feste patronali.

Disponiamo che Processioni e feste patronali, peraltro già non consentite dalle attuali prescrizioni del Governo, siano sospese fino a nuove disposizioni. Rientrano in tale provvedimento anche quelle manifestazioni che prevedano, pur senza il concorso di popolo, il portare la statua del santo per le strade. Il divieto delle feste patronali è motivato anche dalla drammatica crisi sociale seguita all’emergenza sanitaria: non sarebbe tollerabile assistere a feste utilizzando le offerte della gente mentre aumentano i poveri.

 

Carissimi sacerdoti,

grati per la vostra generosa testimonianza, vi rivolgiamo ancora una parola di incoraggiamento a portare la gioia e il peso quotidiano della cura pastorale, resa più difficile in questo tempo di emergenza. Vi diciamo: siate forti, sappiate che noi, vescovi e presbiteri, camminiamo insieme.

 

Pompei, 13 maggio 2020,

Memoria della Beata Vergine Maria di Fatima

 

                                                                                                   I vescovi

                                                                        della Conferenza Episcopale Campana