La potenza del piccolo seme

13 giugno 2021 – XI domenica del TO – B

Nella semplicità dell’immagine del seme Gesù ci parla del regno di Dio e ci aiuta a comprendere la grande forza che questo ha in sé.

«Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno». Quest’uomo non deve fare altro, infatti, «dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa». È un’immagine che ci rassicura, ci richiama alla gratuità dell’amore di Dio per noi. A guardare i nostri stili di vita, gli affanni e le ansie, sembra che pensiamo che tutto dipenda da noi e se ci fermiamo siamo perduti. Il contadino semina e in questo gesto c’è tutta la fiducia e la speranza nella forza intrinseca del seme stesso. Infatti, il regno è di Dio è Lui che ci ha creati e provvede a noi suoi figli. Certo, questo non è un richiamo alla passività e all’ozio – “tanto Dio provvede!” – anzi, ognuno deve fare bene la sua parte, deve seminare, sapendo che Dio fa la sua. Dice sant’Ignazio di Loyola: «Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio». Quindi l’invito è a seminare, a porre nel terreno della vita i piccoli semi del regno di Dio, certi che con la Sua forza questi cresceranno. Sono i piccoli semi dell’amore: il lavoro fatto bene, un consiglio, una parola di incoraggiamento, un piccolo gesto gratuito, un po’ di compagnia ad una persona anziana, una visita ad un ammalato, una telefonata ad un amico lontano, il venire incontro ad un collega di lavoro, l’aver a cuore il bene comune… Non dire: “ma a che serve? È tempo sprecato! Con così poco che risolvo?”. Semina e credi nella potenza del piccolo seme anche se ti sembra insignificante, non stare lì a guardarlo, seminalo, solo così gli puoi dare la possibilità di crescere e diventare «più grande di tutte le piante dell’orto». «La nostra piccola forza, apparentemente impotente dinanzi ai problemi del mondo, se immessa in quella di Dio non teme ostacoli, perché certa è la vittoria del Signore» (Benedetto XVI). Il bene, come il seme, non fa rumore e non fa notizia né sui giornali né sui social, ma non si ferma davanti a nulla, ha la potenza del granello di senape: cresce e «fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

Dice san Paolo: «Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere» (cf 1Cor 3,6-7). È questa certezza che ci fa essere uomini e donne di speranza e non dei semplici ottimisti, perché sappiamo su chi contare, sappiamo che Dio è Padre che vuole solo il bene dei suoi figli.

Ho questa fiducia? Sono un seminatore generoso o lascio seccare i piccoli semi nel sacco del mio cuore?

E se pensi che sia sprecato il seme in quel “terreno”, ricorda l’altra parabola di Gesù, quella del seminatore che uscì a seminare e ha lasciato cadere il seme non solo sul terreno buono, ma anche lungo la strada, sul terreno sassoso e sui rovi (cf Mt 13,1-8).

Maria ci aiuti a credere nella forza del regno di Dio, a dire con vera fede «Venga il tuo regno» e ad essere seminatori generosi e coraggiosi. Amen

don Alfonso Lettieri