La fede in uno sguardo

Con la premiazione dei vincitori della II edizione del Concorso scolastico, sono partiti i festeggiamenti in onore dei patroni di Acerra. Il vescovo Rinaldi: «Il ristoro per il disastro ambientale sia finalizzato alla bonifica del territorio; a progetti di lavoro per i nostri disoccupati

Dieci scuole, duecentoquarantasei lavori – di cui centoquarantacinque letterari, ottantasette artistici, quattordici multimediali – trentanove temi; per un totale di duemilacinquecento partecipanti, trecento vincitori e trenta premi assegnati.
I numeri parlano chiaro: i santi Cuono e Conello sono nel cuore degli studenti di Acerra.
Il concorso ‘Dillo a san Cuono’, indetto per la seconda volta dalla diocesi di Acerra per avvicinare i giovani ai santi patroni, ha visto la partecipazione – oltre alle scuole primaria e secondaria di primo e secondo grado – anche di studenti universitari.
I più grandi – più di 50 tra studenti dell’ultimo anno delle secondarie di secondo grado e universitari – hanno prodotto lunedì 20 maggio, presso la Biblioteca diocesana di Acerra, un elaborato sul rapporto arte (bellezza) e fede.
Quest’anno, il vescovo di Acerra Giovanni Rinaldi ha legato la riflessione sui santi al restauro in corso della Cattedrale, per cogliere «l’infinito nei gesti semplici di ogni giorno».
Il 27 maggio, duecentocinquanta tra ragazzi e insegnati – in rappresentanza di tutti i partecipanti al corso – si sono radunati nel teatro della Cattedrale per la festa di premiazione.
«Cari giovani – ha detto loro monsignor Rinaldi – lasciatevi attrarre dalla Verità, dalla Bontà e dalla Bellezza: sarete più liberi»; perché «la legalità non può prescindere dal Bene».
Per le diverse tipologie del concorso – artistica, multimediale e letteraria – i ragazzi hanno ricevuto premi in denaro e buoni per materiale didattico; a tutti è stato consegnato un medaglione in bronzo con l’effigie dei santi patroni; essi – ha scritto il vescovo alla città in occasione della festa – erano «familiari degli angeli», capaci di tenere «gli occhi fissi su di Lui» e contemplarne la bellezza.
«Dobbiamo ritrovare il coraggio di fermarci – ha detto Tania Romano, vincitrice del primo premio nella categoria letteraria per studenti liceali e universitari»; e recuperare quella «bellezza interiore» che ha permesso a Valentina Ciarla e Domenico Montano di classificarsi al secondo e terzo posto.
Di arte e fede si occuperà anche la mostra sui dipinti della Cattedrale di Acerra, allestita dal 30 maggio al 16 giungo nel Museo diocesano di Acerra; e che sarà inaugurata giovedì 30 maggio alle ore 19.00.
La contemplazione, lo sguardo che sa cogliere la bellezza non giustificano il disimpegno; anzi, proprio perché i santi Cuono e Figlio erano dediti alla vita di preghiera e abitati dallo Spirito di Dio – scrive il vescovo – sapevano conciliare il Cielo con l’amore ai fratelli: in particolare, Cuono svolgendo la sua professione di Curator aquae.
Per questo, egli è stato anche «difensore della città». «Di fronte al degrado del nostro territorio avvelenato e al deserto del lavoro che affligge la città – è l’appello di monsignor Rinaldi alle istituzioni civili – il ristoro dovutoci per i nostri territori inquinati sia finalizzato a progetti di bonifica del territorio, causa di malattie tumorali; a progetti di lavoro per i nostri giovani disoccupati di Acerra».
I santi patroni – che attraverseranno le strade di Acerra per la tradizionale processione il 29 maggio alle 18.00 (giorno della festa liturgica) partendo dalla Cattedrale – sono esempi di fede matura, audace e coraggiosa. Soprattutto i genitori della nostra città – scrive monsignor Rinaldi – siano «custodi» di questa fede adulta. La trasmissione della fede – aggiunge – deve tornare ad essere «una questione di ‘casa’, non di Chiesa»; gli «occhi degli adulti» devono rappresentare «la prima mappa per i bimbi, la prima lezione di teologia»; e i padri, imparino di san Cuono: egli «non era solo un ‘genitore’; aveva un progetto, un ideale da comunicare», grazie al quale ha «generato» il figlio Conello «fino al martirio».
Infine, san Cuono è un dispregiatore degli idoli un modello per «liberarci dalla cultura tecnocratica, libertaria, consumistica ed efficientistica».