Il vescovo scrive alla Regione Campania – Direzione Generale ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, valutazioni e autorizzazioni ambientali

Giunta Regionale della Campania

UOD Autorizzazioni ambientali e rifiuti, Napoli

Dirigente ad interim

Antonello Barretta

Responsabile del procedimento

Cristiano Emanuele Esposito

p.c. Sindaco di Acerra

Tito d’Errico

 

Caro Dirigente,

ancora all’inizio di un nuovo anno mi tocca aggiungere l’ennesima accorata esortazione al triste elenco di Lettere e Appelli che ho inviato a questa Direzione Generale della Regione Campania in quasi un decennio di Episcopato ad Acerra.

E sono costretto a farlo esclusivamente in qualità di Pastore di questa amata, bella e, ahimè, martoriata terra, dopo avere appreso che per il prossimo 9 febbraio 2023 è riconvocata una seduta della Conferenza di Servizi avente come oggetto l’Istanza di Autorizzazione Unica presentata dalla società Cisette s.r.l. per la realizzazione e la gestione di un impianto di rifiuti nel Comune di Acerra (Na) in zona industriale ASI – Località Pantano.

Abbiamo con insistenza invocato in questi anni che fosse scongiurato l’«accanimento» su un territorio autorevolmente dichiarato dalla scienza e dalla stessa politica «saturo» da un punto di vista della sostenibilità ambientale. Del resto, proprio come Pastore ho toccato con mano, e continuo a farlo purtroppo, le ferite nella carne della gente provocate dallo scempio e dal dramma umanitario ambientale.

Abbiamo ripetutamente denunciato lo «sconcerto» per la «ciclicità con la quale il nostro territorio diventa suolo appetibile per la realizzazione di impianti di smaltimento e stoccaggio di rifiuti».

Ma voi avete preferito guardare il “dito” della burocrazia di asettiche, pur se “legali”, motivazioni, pur di andare avanti a tutti i costi con gli impianti e sostenere l’imperativo del profitto. E continuate con ostinazione a non volere vedere la “luna” di uno «sviluppo diverso, sostenibile e adeguato all’antica vocazione agricola delle nostre terre, capace di valorizzarne le ricchezze artistiche, ambientali, archeologiche e religiose» che pure tante volte abbiamo invocato.

 

Caro Dirigente,

sbaglia di grosso chi pensa con cinismo di giocare a “Il gatto e il topo” sulla pelle della povera gente. Arrivando addirittura provocatoriamente – come è avvenuto nell’ultima vostra risposta del 4 marzo 2022, che ho ricevuto dopo avere per l’ennesima volta chiesto di scongiurare un ulteriore accanimento sul nostro territorio – a dire: «Certi che il suo accorato appello non vuole essere un invito all’ufficio a violare la normativa vigente, si porgono rispettosi saluti». Eppure, quante volte abbiamo imparato dalla storia che non tutto ciò che è lecito è anche morale, e che l’ammalato muore “secondo la legge”!

Come Pastore che ascolta il grido di dolore della sua gente non posso tacere e sento lacerante il dovere di mantenere alta l’attenzione intorno ad una questione di vitale importanza per il futuro delle nostre terre e soprattutto delle famiglie, dei giovani e dei ragazzi che ancora vivono nelle nostre città. È una sfida sulla quale Dio e la stessa storia ci giudicheranno, perché verrà un tempo in cui saremo tutti costretti a deporre le maschere dell’interesse economico immediato, e di logiche legate esclusivamente a particelle e spartizione di territorio o accatastamenti.

Certo, riconosciamo la necessità da parte delle Istituzioni, di risolvere un problema che da troppo tempo affligge in maniera ormai endemica e cronica la nostra regione. Allo stesso tempo sono anche evidenti i fallimenti di una politica di gestione dei rifiuti rimasta in questi anni prigioniera e succube di una logica emergenziale e delle pressioni economiche, dentro una visione miope di sviluppo.

E soprattutto non riusciamo a capire le ragioni di quello che appare come un vero e proprio infierire su una città che, lo abbiamo detto tante volte, ha già dato tanto sul versante dello smaltimento e dello stoccaggio dei rifiuti! E proprio per questo da tempo andiamo invocando, purtroppo invano, il principio di “un’equa distribuzione su tutto il territorio degli impianti e soprattutto del carico ambientale”.

Abbiamo suggerito di intervenire sul Piano Territoriale Regionale affinché Acerra da industriale-urbano diventi territorio agricolo-urbano. Sappiamo che sono state in questi anni depositate in Regione proposte di legge al fine di alleggerire il carico ambientale sul nostro territorio. Ma con sconcerto ci chiediamo: perché nulla si muove in questa direzione e a chi spetta portare avanti tali iniziative?

Mi conforta in questo mio impegno Papa Francesco, il quale autorevolmente al numero 183 della Lettera enciclica Laudato si’ invoca «un posto privilegiato nel dibattito» per «gli abitanti del luogo» e in particolare ci ricorda che «c’è bisogno di sincerità e verità nelle discussioni scientifiche e politiche, senza limitarsi a considerare che cosa sia permesso o meno dalla legislazione».

Come Vescovo non mi rassegno ad un destino ineluttabile che vorrebbe condannare la nostra città a diventare un polo dell’immondizia nelle nostre terre, calpestando la salute delle persone. E continuo con speranza, come ho fatto tante altre volte, ad invocare tra le Istituzioni «uomini di buona volontà disposti a prendere a cuore le sorti di questo territorio vincendo la cecità e sordità di questi anni», per sentirci meno impotenti di fronte all’ostinazione di chi tenta continuamente di portare impianti di rifiuti ad Acerra.

 

            Acerra, dalla sede episcopale, 7 febbraio 2023

 

                                                                                                         + Antonio Di Donna

                                                                                                            Vescovo di Acerra