Comunicato Stampa

Diocesi di Acerra
Ufficio Comunicazioni Sociali
 
  
 
Il Vescovo di Acerra, S.E. Rev.ma Mons. Giovanni Rinaldi, chiama tutti gli Acerrani ad un rinnovato impegno per il rilancio umano e religioso della città. In occasione del Natale, ha indirizzato a tutti i cittadini di Acerra un particolare messaggio di auguri.
Nella vibrante lettera rivolta alla città principale della Diocesi, mons. Rinaldi invita i cittadini a prendere coscienza del particolare momento di crisi che Acerra sta attraversando: ‘Da dodici anni – scrive – sono cittadino di questa città, sempre divisa, frammentata, spappolata. Nell’arco di un decennio siamo alla terza esperienza di commissariamento prefettizio, assistiamo ogni giorno ad un depauperamento progressivo della vita economica, morale e sociale’. A fare da contrappunto a questa crisi che ha come primo effetto l’appannamento della identità cittadina c’è la scarsa attenzione della città verso i suoi Santi Patroni, i SS. Cuono e Figlio.
È tradizione della comunità acerrana la particolare devozione per i suoi Patroni ai quali si è rivolta per le calamità atmosferiche, nelle avverse congiunture economiche e nei tragici momenti di guerra; ad essi è stato sempre chiesto di impetrare il miracolo della salvezza della città. Secondo il Vescovo, il miracolo che S. Cuono e suo Figlio possono promuovere per l’attuale salvezza di Acerra è la coesione cittadina: il ‘miracolo’ questa volta lo devono fare gli Acerrani lasciandosi ispirare dai SS. Cuono e Figlio.
È questa la finalità delle iniziative che la Diocesi di Acerra intende svolgere nella prima metà dell’entrante anno 2012 e che si concluderanno il 29 maggio, festa dei SS. Cuono e Figlio. L’intero progetto ha un titolo che è insieme una esortazione ed un auspicio: Tutti insieme, dietro S. Cuono
Il riequilibrio del ‘rapporto ormai malato tra Acerra e la speranza’ può avvenire, secondo mons. Rinaldi, dalla riscoperta e dalla sequela della testimonianza umana e cristiana di S. Cuono e di suo Figlio, venerati in Acerra almeno già prima del IX secolo.
Infatti, seppure martiri del III secolo, le figure dei Santi Patroni di Acerra offrono attualissime ed efficacissime sollecitazioni di vita autentica. Conone, divenuto Cuono nella volgata locale, che la tradizione ha voluto nero anche se mediorientale (era di Iconio, l’attuale Konya, in Turchia), era un laico, sposato con una donna forse essa stessa martire, era padre di un figlio che lo seguì nella vita cristiana sia come diacono nel servizio alla comunità sia nel martirio; era un professionista stimato nella sua città, era una persona autorevole anche presso i potenti del momento; era un uomo di preghiera, di intensa vita cristiana, un monaco, così come nella tradizione orientale. Sono evidenti, quindi,  gli ambiti della vita attuale nei quali la testimonianza di questi Santi può avere una rilevante forza. Tenendo conto che la memoria di San Cuono e di suo Figlio è ormai patrimonio esclusivo di Acerra, secondo mons. Rinaldi, la ripresa cittadina non può che passare attraverso la riscoperta dei suoi Santi Patroni, di questi ‘Acerrani immigrati’.
Dalla sequela dell’esempio di San Cuono e di suo Figlio è possibile ‘cambiare registro’ alla vita cittadina. Mons. Rinaldi, che per dodici anni ha condiviso sofferenze e lotte degli Acerrani ‘nelle più diverse situazioni di emergenza economica, ambientale e religiosa’, lancia l’appassionato invito: ‘Lasciamo i teatrini e la chiacchiera che riempie le nostre piazze e rimbocchiamoci le maniche. Tutti. Ciascuno di noi deve fare il possibile nello spazio che ci è dato adesso, in famiglia, in politica, a scuola, in parrocchia, con gli amici, sui giornali’
Nei prossimi mesi la Chiesa cattolica acerrana attiverà una serie di iniziative di sostegno a tale messaggio, di sollecitazione alle diverse categorie di cittadini e di concreto impegno solidale. Sono previste iniziative nelle scuole e per l’intera città. Di tutto ciò saranno dati maggiori dettagli nella conferenza-stampa che si terrà sabato 14 gennaio 2012 alle ore 10.30 nell’episcopio, in p.zza Duomo, 7 ad Acerra.