Che giornata!

7 febbraio 2021 – V domenica del TO_B - 43esima Giornata Nazionale per la Vita

Dio si è incarnato, è entrato nella vita dell’uomo, frequenta i luoghi che frequenta l’uomo. Domenica scorsa lo abbiamo trovato nella sinagoga, oggi nella casa di Pietro, poi va in un luogo deserto a pregare, e dopo «per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni».

Marco presenta una giornata di Gesù iniziata nella sinagoga, è un sabato. È consolante per noi, sempre indaffarati, vedere il Signore nella sua e nostra vita quotidiana, anche lui a fare i conti col tempo e con le tante richieste da soddisfare. Entra in una casa, il luogo della famiglia, degli affetti, dove viviamo le gioie e gli affanni della vita, dove ci rifugiamo per trovare ristoro dopo una giornata di studio o di lavoro: Dio si fa incontrare nella semplicità delle nostre giornate, la Sua presenza riempie il nostro tempo (cf Mt 28,20). Attenzione, però, a non pretendere che Dio faccia solo ciò che vogliamo noi, a non volerlo “addomesticare”; al centro non bisogna mettere noi stessi, ma Lui, certi che la Sua volontà è la nostra gioia (cf Sal 119,16).

Quando in casa vivi una gioia, Dio non è estraneo; quando affronti un problema, quando la pace vacilla, parlane con Lui, chiedi aiuto a Lui. Il Signore continua oggi a prenderci per mano per rialzarci, come ha fatto con la suocera di Pietro. Facciamo memoria di tutte le volte che Gesù ci ha rialzati, letteralmente ci ha fatti risorgere da situazioni dove non vedevamo vie di uscita.

La giornata è intensa, gli avvenimenti si susseguono, anche Gesù ha il suo da fare, un giorno dirà ad uno che lo vuole seguire: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Lc 9,58). Il Signore non si ferma, è sempre in opera per il nostro bene, non ha orari stabiliti, a lui possiamo sempre ricorrere, in ogni momento del giorno e della notte è pronto ad ascoltare, pronto a soccorrerci: il Padre mio opera sempre e anch’io opero – dice Gesù (cf Gv 5,17) -, non si ferma mai, sa che abbiamo bisogno di lui (cf Gv 15,5), «è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa» (At 17,25).

Dove trova Gesù l’energia per affrontare giornate così intense? Marco dice che si sveglia presto al mattino e si ritira a pregare. Ecco il luogo dove prende forza, la comunione con il Padre. Non abbiamo bisogno solo di forza fisica, infatti, senza quella spirituale riusciremmo a fare ben poco, anzi, questa risulta spesso indispensabile, è quella stessa forza che muove il sole e le altre stelle, è l’amore (cf Dante, Paradiso, XXXIII).

Quel giorno «Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni». Dove c’è Dio non c’è spazio per il male! Così dove lo facciamo entrare e dove lo portiamo amando come Lui ci ama, il male viene allontanato.

L’evangelista annota: «Tutta la città era riunita davanti alla porta». La sofferenza del mondo bussa alla porta di Dio, ha visto che Lui può guarire, in Lui si trova sollievo, consolazione e salute. Questa “porta” siamo chiamati anche noi a tenerla aperta con la nostra compassione, consolando chi soffre, tendendo la mano per dare aiuto. Quante mani tese verso di noi ci sono oggi? Le abbiamo guardate? Stiamo ascoltando queste richieste di aiuto?

Dio agisce oggi nella Chiesa e in ogni uomo di buona volontà e con amorevole cura si accosta all’umanità sofferente, sa che è un soffio la nostra vita. Attraverso i suoi ministri, sacramentalmente con l’Unzione degli infermi, Gesù tende la mano ad ogni ammalato, versa sulle piaghe spirituali e corporali l’olio del sollievo e della salvezza.

Davanti a noi si è aperta una nuova settimana, la luce di questa Parola ci aiuti a vivere ogni giorno imitando la generosa disponibilità di Gesù, sicuri del suo sostegno e del suo amore per noi.

Oggi si celebra la 43a Giornata Nazionale per la Vita dal tema: “Libertà e vita”. Questa Giornata «vuol essere un’occasione preziosa per sensibilizzare tutti al valore dell’autentica libertà, nella prospettiva di un suo esercizio a servizio della vita».

Nel loro Messaggio i vescovi mettono in guardia da un uso individualistico della libertà il quale porta «a strumentalizzare e a rompere le relazioni, distrugge la “casa comune”, rende insostenibile la vita, costruisce case in cui non c’è spazio per la vita nascente, moltiplica solitudini in dimore abitate sempre più da animali ma non da persone»[1]. Facciamo nostro l’appello di san Giovanni Paolo II: «Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà, pace e felicità!» (Evangelium Vitae, 5).

don Alfonso Lettieri

[1] CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE DELLA CEI, Messaggio per la 43a Giornata Nazionale per la Vita, 7 febbraio 2021, https://www.chiesacattolica.it/liberta-e-vita/