Celebrata l'Assemblea diocesana

Ad Acerra, sognando la Chiesa del Concilio

La sera di lunedì 13 gennaio si è celebrata ad Acerra la prima assemblea diocesana convocata dal vescovo monsignor Antonio Di Donna. Il teatro delle suore dell’Immacolata concezione d’Ivrea – che ospitava l’evento al centro della città – era stracolmo, con più di mille persone provenienti da tutta la diocesi: parroci, sacerdoti, religiosi, operatori pastorali e uomini di buona volontà. Data la straordinaria partecipazione, alcuni non hanno trovato posto all’interno.
A tutti, però, il vescovo Di Donna ha indicato le linee lungo le quali andare avanti in questo tempo di ascolto e conoscenza della Chiesa locale che da due mesi gli è stata affidata. Un breve intervento – diviso in tre punti – e una scheda di lavoro, per costruire «una Chiesa missionaria e vicina a chi soffre», anche per le gravi conseguenze del degrado ambientale; a partire dalla parrocchia, che deve farsi «più sollecita, al fianco del vescovo», in un «cammino di Chiesa corale». La parrocchia, ha detto monsignor Di Donna, deve uscire tra la gente e tenere «rapporti diretti con tutti i suoi abitanti», anche se «non cristiani» o ai «margini», in modo che «nulla nella vita delle persone deve sfuggire alla conoscenza e alla presenza discreta e attiva della comunità». La Parrocchia deve «entrare nelle case», non solo per la tradizionale benedizione delle mura domestiche, ma per condividere «le gioie e le speranze, i dolori e le angosce degli uomini di oggi, soprattutto dei poveri e dei sofferenti». Perché, anche se «non è compito della Chiesa» indicare soluzioni, la comunità cristiana è «coscienza morale» e «compagna di vita», e deve saper offrire una «speranza concreta per uscire dal tunnel di angoscia e reagire al clima di morte, concreto e non metaforico, che si materializza in mezzo a noi». «Uniamo le forze e impariamo a stare insieme», ha ribadito ancora una volta monsignor Di Donna riferendosi alla questione ambientale e a quella «operazione verità» che la gente aspetta.
«Prendere del tempo per conoscere è una norma fondamentale di saggezza», ha detto monsignor Di Donna all’inizio del suo intervento, indicando tra i suoi obiettivi innanzitutto «la vicinanza ai sacerdoti» e «la visita alle singole parrocchie», per sentire l’odore delle pecore sull’esempio di Papa Francesco. Il vescovo ha poi chiesto ad ogni comunità di raccontarsi, scrivendo nei prossimi mesi gli «atti» della propria vita, con luci e ombre. Ma ascolto significa per Di Donna guardare «anche fuori dei nostri confini, perché tante volte lo spirito è all’opera nell’indicarci luoghi dove la Chiesa sarebbe già dovuta essere ed ancora non è arrivata». Non a caso erano presenti in platea diversi sindaci dei comuni della diocesi, insieme a rappresentanti della cultura, dell’associazionismo, della società civile e della stampa. Così, il vescovo di Acerra ha esortato a mettersi in ascolto di tutti «quelli che cercano Dio con cuore sincero». Per un unico obiettivo: imparare a «generare alla fede», e un sogno: costruire anche ad Acerra la Chiesa del Concilio Vaticano II, attraverso uno stile sinodale che Di Donna spera caratterizzi non solo l’inizio ma tutto il suo ministero ad Acerra.

 

 
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