Acerra: Il vescovo Di Donna chiede al sindaco la cittadinanza onoraria per monsignor Riboldi. La giunta delibera.

«Monsignor Antonio Riboldi è stato realmente il pastore “defensor civitatis”, soprattutto nel suo impegno contro la camorra; con la sua testimonianza e la sua predicazione ha dato un notevole contributo al progresso civile della città di Acerra e di tutto il territorio campano. Questo suo impegno gli è universalmente riconosciuto».

 
E’ una delle motivazioni per le quali il vescovo di Acerra Antonio Di Donna ha inoltrato «richiesta formale» al Comune di conferire la Cittadinanza onoraria a monsignor Antonio Riboldi, vescovo emerito».
Perciò, con delibera n. 39 del 18 marzo 2014 e in deroga al Regolamento in materia di usi civici e onorificenze, la Giunta comunale di Acerra ha chiesto al Consiglio di conferire a don Riboldi la Cittadinanza onoraria».
Nella lettera di monsignor Di Donna si legge che «monsignor Riboldi è una personalità eminente che non ha bisogno di particolare presentazione». Non per questo, il vescovo si esime da «segnalare alcune motivazioni» che rendono il suo predecessore «meritevole di tale onorificenza da parte della nobile città di Acerra». Tra cui l’onere assunto, nel lontano 1978, di guidare la diocesi dopo diversi anni di vacanza e la fatica per ricostruirla «come chiesa viva e partecipata».
Riboldi, scrive ancora il vescovo, «con il suo impegno ecclesiale e civile ha legato il suo nome alla città al punto tale che ancora oggi Acerra la si associa immediatamente a lui».
L’impegno di pastore di monsignor Riboldi è stato così zelante, si legge ancora nella lettera, al punto che una piccola diocesi come Acerra ha potuto esprimere due sacerdoti considerati degni dell’episcopato, monsignor Gennaro Pascarella, oggi vescovo di Pozzuoli, e monsignor Giovanni D’alise, alla guida della diocesi di Ariano Irpino – Lacedonia.
Per questo, conclude Di Donna, è «doveroso» chiedere la Cittadinanza onoraria per monsignor Antonio Riboldi, e si dice «sicuro di interpretare il sentire dei cittadini di Acerra e dell’intera diocesi».
Monsignor Antonio Riboldi ha compiuto 91 anni lo scorso gennaio e dal 1999, anno in cui il Papa accettò la sua rinuncia per limiti d’età, continua a vivere nella «sua» Acerra, «amato e rispettato da tutti i cittadini».
Ed è particolarmente significativo che questo riconoscimento arrivi in un giorno così importante per l’affermazione della legalità nelle nostre terre in ricordo del ventesimo anniversario del barbaro assassinio di un martire della fede e dell’impegno civile come don Peppe Diana.